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SONO I TIFOSI CHE FANNO LA SQUADRA

Il Verona si riavvicini alla città: i buoni risultati passano anche da qui

Matteo Fontana

Ci sarà chi negherà l’evidenza. Chi parlerà di un caso fortuito, di un diverso allineamento delle stelle. Chi chiamerà in causa l’effetto serra o l’esercito dei cloni, oppure il fato caro agli antichi greci.

Resta un dato inoppugnabile: il Verona è ripartito – eccome – dopo che, toccato il fondo con il Genoa, la tifoseria si è spazientati, con metodi decisi sì, ma indiscutibilmente civili e urbani, ha chiarito la propria posizione ad allenatore e giocatori. Basta alibi, basta mollezze. Fuori l’orgoglio, con tanto di esemplare accostamento allo spirito della formazione Primavera che, in quegli stessi giorni, dava vita ad un’esaltante cavalcata conclusa con il secondo posto al torneo di Viareggio.

Da allora si è visto un atteggiamento diverso dei giocatori. Un tecnico che non ha più parlato dei diciotto nuovi acquisti rispetto alla scorsa stagione. Sono state aperte le porte per larga parte della settimana al centro sportivo di Peschiera in cui il Verona si prepara. Stop con il top secret senza se e senza mai, neanche sulle sponde del Garda dovesse esserci la famigerata Area 51, o fossero in corso misteriosi esperimenti di laboratorio finalizzati a trasformare i calciatori in mutazioni sul genere dei “Fantastici 4”.

Sono le piccole, grandi cose che fanno girare una stagione e che danno un senso all’essere comunità. Il bello del Verona è la possibilità, cosa che non avviene dappertutto, anzi, di  avere un’identità forte, radicata. Il contatto con la tifoseria è determinante. Chiudersi in una torre d’avorio non serve, spegne i sorrisi, allontana l’entusiasmo quando le cose vanno bene, sa di fuga quando vanno male.

Per questo, da tempo, sosteniamo la necessità di riavvicinare l’Hellas alla città. La questione antistadio, legata al campo del cuore del Verona, rimane insoluta per la lentezza dei procedimenti burocratici. Fino alla prossima stagione, riferiscono dal Comune, non ci sarà il via libera. Tutto questo per alcune transenne da spostare e altre inezie che non sono state curate con la necessaria solerzia.

Suona utopistico vedere il Verona allenarsi, una volta alla settimana, all’interno del Bentegodi, con libertà di accesso per il pubblico? Magari prima della partita con il Napoli, che è sempre speciale per la storia che reca con sé?

L’importanza, il ruolo dei tifosi, sono aspetti primari. Tifosi, appunto, e non clienti. Il business è una password essenziale nel calcio dei nostri tempi, ma senza passione non si va da nessuna parte, e il contributo dato dai sostenitori del Verona al rilancio dell’Hellas ne è una nuova, e marcata dimostrazione.

Quindi, come recita quel coro: “Aprite le porte che passano i gialloblù!”.

MATTEO FONTANA

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