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BRUNI: “TONI E PAZZINI ASSIEME SOLO SE SI CAMBIA MODULO”

Fu uno dei protagonisti dello storico scudetto della stagione 1984-1985, ma non solo. La storia tra i colori gialloblu e Luciano Bruni raccontano di sei anni di passione con le scarpe ai piedi, e un anno (2008-2009), seduto in panchina a fianco di...

Redazione Hellas1903

Fu uno dei protagonisti dello storico scudetto della stagione 1984-1985, ma non solo. La storia tra i colori gialloblu e Luciano Bruni raccontano di sei anni di passione con le scarpe ai piedi, e un anno (2008-2009), seduto in panchina a fianco di Remondina alla guida dell'Hellas di Prima Divisione. Oggi, allena le giovanili del Piacenza, ma un occhio a Verona ce lo dà sempre.Cosa dice del mercato del Verona?"A sentire i nomi credo sia una buona squadra, rinforzata o no, alla fine, è sempre il campo a dirlo attraverso i risultati e le prestazioni. Ciò che si dice ora sono opinioni, poi le opinioni devono trovare riscontro sul campo. Bisogna aspettare le prime uscite per poter giudicare e credo che sicuramente Mandorlini valuterà dalle amichevoli se c'è la necessità di fare ulteriori cambiamenti, anche perché il mercato è ancora lungo".Pazzini e Viviani?"Viviani è sicuramente un buon giocatore, un centrocampista completo dotato di un buon piede. Poi bisogna vedere: un conto è la serie B, un altro la A. Ma ha dimostrato di avere buonissime qualità e anche temperamento. Riguardo a Pazzini..lo conosciamo tutti.

Per lui Verona potrebbe essere la piazza ideale per rilanciarsi, ma credo che Mandorlini debba cambiare modulo rispetto al suo consueto 4-3-3 per far giocare la coppia Toni-Pazzini. Non penso che Pazzini sia adatto a giocare largo, è una prima punta come Toni; le soluzioni potrebbero essere un 4-4-2 o anche un 4-3-1-2 per mantere il centrocampo a tre che è da sempre caratteristica del Verona.

Poi c'è anche Siligardi, che conosco bene perchè allenavo la Primavera del Livorno. Ha avuto problemi fisici, ma ha ottime qualità, un gran mancino; se ha recuperato bene dall'infortunio al ginocchio, ha tutte le qualità per la serie A".

Pensando al suo passato targato Hellas Verona, quali sono i suoi ricordi più belli?

"Sicuramente l'anno dello scudetto, ma non c'è un momento particolare. è stata una stagione bella in tutto, ricordo con particolare emozione la partita contro l'Udinese, quando sono entrato sul 3-0 per noi e ci hanno rimontato fino al 3-3, ma poi siamo riusciti a vincere 5-3. Insieme ovviamente al mio gol con l'Atalanta, visto che è stato l'unico".

Poi c'è stato anche l'anno in Lega Pro Prima Divisione in cui lei era accanto a Remondina sulla panchina del Verona...

"Si quella è stata un'annata diciamo transitoria. L'Hellas era un cantiere aperto formato da tanti ragazzi giovani, ma comunque è stata un'esperienza bella, poi ritornare a Verona per me è sempre piacevole".

Un calcio che è cambiato radicalmente negli ultimi anni. Come lo vede lei?

"Quando giocavo io noi abbiamo vissuto un calcio completamente diverso, più genuino, divertente. Certe giocate, concedetemelo, oggi non si vedono più. Anche il mondo del pallone è stato troppo industrializzato: lo spettacolo, soprattutto nelle categorie inferiori, è un po’ scemato".

Un suo parere sull'Hellas Verona e sul ruolo che potrà recitare quest'anno nel campionato?

"Credo che l'obiettivo del Verona, così com'è allestito attualmente, sia principalmente la salvezza, poi il campo e i risultati ci daranno una mano per vedere se potrà essere l'outsider del campionato. Riguardo la società, di quelli dei miei tempi, diciamo, non è rimasto nessuno se non Nicoletta Manfrin, che saluto con affetto, ma dirigenti dell'epoca non ce ne sono più. Però ho visto che è una società che sta lavorando bene".

ANNA FABRELLO

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