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CAMMARATA: “VERONA, CHE EMOZIONE VINCERE IL DERBY”

Fabrizio Cammarata, attaccante gialloblù dal 1994 al 1996 e poi dal 1998 al 2000, 42 gol con il Verona, parla del derby con il Chievo. Lo fa in un’intervista rilasciata al Corriere di Verona oggi in edicola, che qui riportiamo. “Paolo...

Redazione Hellas1903

Fabrizio Cammarata, attaccante gialloblù dal 1994 al 1996 e poi dal 1998 al 2000, 42 gol con il Verona, parla del derby con il Chievo.

Lo fa in un'intervista rilasciata al Corriere di Verona oggi in edicola, che qui riportiamo.

“Paolo Vanoli vola sulla fascia sinistra. Cross al centro, arrivo io, gol. Poi segna anche Nicola Zanini e vinciamo il derby”. Sospira, Fabrizio Cammarata. Sono passati vent’anni dalla prima affermazione dell’Hellas nella stracittadina di Verona.

Era il 25 novembre 1995, “trasferta” al Bentegodi con il Chievo. Il contatore dei successi era ancora fermo a zero per i gialloblù: un pari e una sconfitta, nella stagione precedente. Ricorda Cammarata: “Misi dentro il pallone del temporaneo 2-1, il campionato prima. Ma non servì: incassammo la terza rete e perdemmo. Il derby non è una partita qualunque”.

Lei ne ha preparati parecchi, a Verona…

“Sì, anche se non sempre sono sceso in campo. Il primo, ad esempio, nel 1994, quello dell’1-1, Fermanelli su rigore per noi, dopo Gori per loro. Sono rimasto in panchina, ma è indimenticabile l’emozione dell’attesa per quella gara”.

Ci racconti.

“Il Chievo era stato appena promosso in B, era all’inizio di quel percorso che l’ha portato in alto. Noi eravamo in fase di transizione. E vincere il derby avrebbe voluto dire molto sul piano morale. Non ci riuscimmo, e al ritorno andò peggio”.

Vi rifaceste qualche mese dopo, però. Con lei protagonista.

“Era un altro Verona, costruito per andare in A, obiettivo che raggiungemmo. Finì 2-1 per noi. In poco tempo il derby è diventato un appuntamento speciale”.

Quindi non è d’accordo con chi sostiene che per l’Hellas quello vero, di derby, sia con il Vicenza?

“Lo si sentiva dire pure quando nel Verona giocavo io, ma la verità è che questa è una partita unica”.

Qualche suo compagno di squadra “sentiva” più di altri la partita?

“Stefano Fattori, Damiano Tommasi: veronesi, tifosi del Verona. Per loro l’incontro con il Chievo aveva un contenuto aggiunto”.

E ora chi lo vince, secondo lei?

“Spero l’Hellas, che porto sempre nel cuore. Sarà un incontro equilibrato. Il Verona ha perso con l’Udinese, non ci voleva, ed è sotto al Chievo. Il mio auspicio è che sia un derby aperto, giocato all’attacco dagli uni e dagli altri”.

Luca Toni l’uomo decisivo per l’Hellas?

“Ovvio che sì. Mi tolgo il cappello di fronte a un campione come lui, per l’entusiasmo che ha ancora, per come sia un esempio per i giovani. Il Verona faccia tutto il possibile per trattenerlo anche la prossima stagione”.

Il Chievo con chi risponderà?

“Con Alberto Paloschi. Un attaccante simile a me, uno svelto in area. All’andata, infatti, ha risolto lui la partita. Dovrà stare attenta, la difesa dell’Hellas, a non concedergli neppure mezzo metro”.

Una sua cartolina sul derby di Verona?

“Torno indietro alla nostra prima vittoria e a quella sera di novembre del 1995. Ci fu il corteo dei tifosi da Piazza San Zeno fino al Bentegodi, una finta trasferta che ci portò fortuna”.

MATTEO FONTANA

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