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Cinque cose che ho visto in Verona-Milan

Il Verona retrocesso gioca con un'anima. Vittoria per il piccolo Simone

Benny Calasanzio Borsellino

1) Io non ci capisco più nulla e per qualcuno potrebbe non essere una novità. Sono confuso (molto) ma felice (moltissimo). Il Verona retrocesso ha battuto il Milan in corsa per l'Europa. Un Verona senza qualità ha affondato un Milan senz'anima. Per carità, la vittoria non cancella le umiliazioni, gli errori, le vergogne, ma almeno per qualche ora ti fa gioire e ti lascia il sorriso sul volto. Vedere belle azioni, ripartenze, occasioni da gol... ma che stagione abbiamo vissuto?

 

2) Quello che è accaduto oggi non è proprio inspiegabile. Quello che è accaduto oggi conferma il "teorema Carpi-Frosinone": una squadra senza qualità e complessivamente inadatta alla categoria può dire la sua e combattere fino all'ultima giornata se alla tecnica si supplisce con il cuore, con l'entusiasmo e con la mentalità giusta. Il Verona si poteva salvare anche con questa squadra, anche con questa società, ma insieme a tutto ciò è mancata certamente la voglia da parte dei giocatori, indeboliti da colletti bianchi inadeguati e concentrati a mantenere i fragili equilibri di spogliatoio. L'impressione è che ancora adesso non credano che alla fine sarà Serie B e che in ogni caso loro saranno i meno responsabili.

 

3) Mentre guardavo la partita mi chiedevo perché non sapessi più analizzare un match. Non riuscivo più a leggere la partita, non riuscivo a vedere i movimenti di reparto. Ho pensato di aver mollato, di non essere più attento e interessato. La realtà invece è che di tattico questo Verona ha poco o nulla. Quella di oggi non è una vittoria preparata e organizzata: è la vittoria della corsa e della disperazione (contro un Milan comunque incomprensibile) in cui ognuno ha fatto quello che ha reputato giusto/migliore.

 

4) Ho visto il match in tv. A fine partita le telecamere hanno inquadrato una signora bionda che piangeva. Era inconsolabile. Piangeva di gioia, certamente, perché battere il Milan a Verona fa sempre piacere, soprattutto quando in ballo c'è uno Scudetto o una qualificazione. Ma piangeva lacrime amare perché sapeva che questa, insieme a quella contro la Juventus, sarà l'ultima partita che vedrà al Bentegodi in Serie A chissà per quanto. Piangeva perché questa categoria l'hanno conquistata anche loro, non solo la società, non solo i calciatori. E ora la perdono questa categoria, senza che abbiano la seppur minima responsabilità in tutto ciò. Credo che quella signora rappresenti lo stato d'animo di tanti e certamente il mio.

 

5) Lunedì 11 aprile Vangelis Moras ha fatto visita a Simone, tifoso dell'Hellas Verona di Montorio. Simone, 15 anni, stava combattendo non una battaglia ma una guerra contro la leucemia. Quando ha risposto al citofono non credeva fosse vero. Simone e Lele sono rimasti un'ora a parlare di calcio, di Verona, di sogni. Mercoledì sera Simone è stato ricoverato per un'infezione e domenica notte è spirato. Oggi i tifosi dell'Hellas Verona hanno esposto in curva uno striscione: "Ciao piccolo Simone". La vittoria di oggi credo sia tutta per lui. Vi chiedo un favore personale: fate un salto in ospedale, chiedete di essere tipizzati: è un prelievo di sangue che vi rende donatori di midollo osseo. Salvare una vita non costa poco... è gratis.

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