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Grosso e la scelta di Faraoni a centrocampo

Il punto tecnico di Michele Tossani

Michele Tossani

Nel 4-5-1 che ha permesso a Fabio Grosso e ai suoi di sbancare La Spezia (e di salvare la panchina del tecnico) l'aspetto più sorprendente ma anche più interessante è stata la scelta di avanzare Davide Faraoni sulla linea mediana del campo come mezzala, a lato di Gustafson.

L'idea era quella di garantire maggior protezione ad un reparto arretrato che aveva subito gol nelle sei partite precedenti. Per far questo, Grosso ha quindi optato non solo per una disposizione più conservativa del solito ma anche, come detto, per l'aggiunta di chili e centimetri tramite lo spostamento di Faraoni.

Quali gli effetti di questa decisione di Grosso? Dal punto di vista offensivo, Faraoni ha aggiunto poco alla manovra dell'Hellas, come dimostra l'appena 75% di precisione nei passaggi riusciti (nonostante un 4/4 nei passaggi lunghi).

Più interessante è invece risultato essere l'apporto del giocatore in fase difensiva: con 3 intercetti e 4 palle recuperate, Faraoni ha svolto il compito per il quale Grosso aveva deciso di schierarlo in questa inedita posizione.

In definitiva, è un esperimento da ripetere? Difficile dirlo. Dal punto di vista fisico, la mediana del Verona non è particolarmente strutturata e, in questo senso, avere chili e centimetri in più in mezzo al campo può aiutare.

Di contro, per una squadra che deve cercare di vincerle quasi tutte da qui a fine stagione, un posto concesso a Faraoni in mediana significa un posto in meno riservato a un centrocampista di maggior qualità nel palleggio.

Foto: Hellas Verona

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