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Verona, adesso preparati: sarà una volata lunghissima

L'Hellas riprende ad allenarsi. Leader in tutto, la squadra di Pecchia non può sbagliare

Lorenzo Fabiano

Vacanze finite, oggi si torna al lavoro. L’Hellas, incassato il platonico titolo d’inverno  (che se vai a vedere le statistiche, tanto platonico poi non è), prepara il girone di ritorno che inizierà a Latina e che a marzo entrerà nella fase decisiva.  Siccome sarà fondamentale arrivarci col pieno di fosforo, cenoni, pandori, e spumanti vanno smaltiti in fretta.  Al giro di boa, il campionato ha mostrato un Verona a due facce: scoppiettante e estremamente convincente a inizio stagione, balbettante e vulnerabile successivamente, per poi riprendersi e chiudere col botto finale contro il Cesena, quando abbiamo rivisto la squadra spumeggiante ammirata nelle prime uscite.

Al di là della classifica, i numeri indicano quanto sia stata netta finora la supremazia del gruppo di Pecchia: primo posto a 41 punti in 21 gare, 40 reti messe a segno (la Spal, seconda, ne ha fatte 34),  Pazzini capocannoniere (16 centri, quanti ne hanno fatti i gemelli del Frosinone Dionisi e Ciofani messi insieme). Certo, 23 gol subiti (1 in meno dei ciociari) non sono pochi, ma non sono nemmeno tanti, soprattutto se pensiamo che ne abbiamo incassati ben 9 nei 180 minuti delle due disgraziate partite contro Novara e Cittadella. In tempi non sospetti, scrivemmo che questa squadra era votata ad un calcio offensivo, con la conseguenza di segnare molto, ma  destinata anche a subire parecchio sui contropiede.

Lungi dal sentirci degli oracoli,  i dati confermano la previsione estiva. Entrando nello specifico, è nel dipanamento della manovra che i numeri mostrano quanto l’Hellas abbia fatto finora meglio della concorrenza. 28’13” di possesso palla  (secondo a sorpresa il Cesena con 26’37”, terzo il Benevento con 26’34”, molto indietro il Frosinone) e 620,6 palloni giocati (sempre davanti al Cesena con 596,8 e al Benevento con 581,4) indicano come la squadra stia mettendo sul campo i dettami del suo allenatore, che sin da primo giorno ha insistito nel predicare un atteggiamento propositivo. Tuttavia, affinché tutta questa mole di lavoro non si dissolva nella polveri sottili della futilità, è attraverso la supremazia territoriale e soprattutto l’indice di pericolosità che si evince quanto il gioco possa essere incisivo.

Ebbene, in entrambe le griglie, il Verona sta in cima alla lista con 10’38” trascorsi con la palla nella metà campo avversaria (secondo il Benevento con 10’34”, terzo il Frosinone con 10’22”) e 53,6% di azione offensiva misurata combinando il possesso palla, alla  capacità di verticalizzare, ai tiri in porta, e alle occasioni da rete prodotte (secondo sempre il Benevento col 10,3%, terzo il Frosinone col 49,2%). Tra tutti gli indici, a  nostro parere la percentuale di pericolosità è  la più significativa. Ogni volta che l’Hellas è sceso nella scala dei valori di questo parametro, ha finito con lo smarrirsi avvinghiandosi su sé stesso e ricamando arabeschi privi della necessaria concretezza. Quando invece è stato in grado di imbucarsi tra le maglie della difese avversarie, è immediatamente salito in questa particolare graduatoria mostrandosi  la squadra migliore. Se ne deduce che la capacità di dare penetrazione al proprio gioco sia stata la chiave di volta che ha segnato il percorso dei gialloblù durante la prima metà della stagione. Non c’è dubbio che lo sarà, se non di più, anche da qui alla fine. La forma fisica sarà la condizione sine qua non per riuscirvi e piazzare lo scatto decisivo ai primi tepori della primavera. Pecchia lo ha ripetuto più volte. Ecco perché questi giorni di lavoro nel gelo di Peschiera sono tanto importanti.

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