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110 ANNI, 100 GRANDI. I BIG DELLA STORIA DELL’HELLAS VERONA, SECONDA PARTE

La galleria dei miti gialloblù: dal novantesimo all'ottantunesimo posto

Redazione Hellas1903

 

90 BENIAMINO VIGNOLA

Leggero come un fringuello, ma con piedi fatati: esce dal vivaio gialloblù e, a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, ne è il fiore all’occhiello. Il Verona lo cede all’Avellino, poi si affermerà come vassallo di Michel Platini. Ritorna all’Hellas nel 1985, dopo lo scudetto, ma non è la stessa cosa e le attese vengono deluse.

 

89 EMIDIO ODDI

Nell’immaginario è il difensore con i baffoni da mandriano. Ed è, ancor di più, un terzino spietato in marcatura, ma sempre corretto e leale. Vive la scalata dalla B più anonima, dopo la retrocessione del 1979, fino alla A conquistata e col profumo d’Europa con Osvaldo Bagnoli. Non gli manca la confidenza con il gol. Va alla Roma e diventa una bandiera giallorossa.

 

88 MARIO PATUZZI

Centravanti portentoso, accende le folle di Verona alle prime luci del girone unico. In B, in tre campionati, segna 43 volte in 84 partite. Nato a Isola della Scala, passa anche per Bari, Spal e Venezia, ma il gialloblù è il suo totem. Lo riveste per un’altra stagione, nel 1934-’35, e conferma la media: 12 presenze, 6 gol. Furia d’area di rigore.

 

87 ATTILIO PEROTTI

Il Verona langue tra i cadetti da tre anni. Lui prende per mano la squadra, costruita per vincere, e nel 1996 il sogno è coronato: promozione, bel gioco, pubblico entusiasta dell’allenatore. Che però, per motivi personali, va al Genoa. Ritrova l’Hellas nel 2000, stavolta in A, e raccoglie l’eredità pesante di Cesare Prandelli. Gira mica, ma la salvezza arriva nello spareggio leggendario con la Reggina.

 

86 FRANCO SUPERCHI

La seconda metà degli anni ’70 è roba per lui. Scudettato con la Fiorentina (bisserà da vice di Tancredi nella Roma ’82-’83). Portiere affidabile, rimane per quattro campionati in gialloblù. La formazione “Superchi-Logozzo-Franzot” è, a Verona, il corrispondente del “Sarti-Burgnich-Facchetti” interista. Un classico.

 

85 FILIPPO INZAGHI

“Pippo gol” o “Superpippo”. Due marchi che hanno vergato la carriera di uno dei più grandi realizzatori italiani di sempre e che sono nati a Verona. Segna 13 volte in un  campionato, ma è in prestito dal Piacenza e in Emilia ritorna a fine stagione. In gialloblù mostra le stimmate del grandissimo attaccante ed entra nel cuore della gente.

 

84 LUIGI ZANETTI

Il Verona retrocede in C per la prima volta nel 1940-’41. Non bastano, a salvarlo, i 19 gol di questo ragazzo che, per 72, sarà il detentore del record di segnature in una singola stagione per un gialloblù, superato poi da Cacia. La seconda guerra mondiale ferma la sua carriera: alla ripresa, va a lavorare in banca e il pallone finisce nell’album dei ricordi.

 

83 DRAGAN STOJKOVIC (nella foto)

Il fuoriclasse più fulgido che abbia calcato il prato del Bentegodi. Campionissimo dai colpi magici, incanta Verona con la Jugoslavia in un ottavo di finale epico, a Italia ’90, con la Spagna. Ma in gialloblù, due anni dopo, paga gli infortuni a catena che lo stoppano e, in partenza, una lunga squalifica per un’espulsione rimediata in amichevole con la Reggiana. La grande occasione perduta di sempre.

 

82 ISEO LODI

Mezz’ala sinistra che regala alla Verona della ricostruzione dopo il secondo conflitto mondiale la poesia di gol ed emozioni. Originario di Belfiore, dal campionato bellico d’Alta Italia fino alla B, è il manifesto di una città che rinasce e dell’amore per il calcio come riscatto per le sofferenze di un popolo che raccoglie le forze fiaccate dalle bombe.

 

81 NICOLA CICCOLO

Ha i tratti da indio ed è svelto come un leopardo. Ala guizzante, di quelle che non prendi mai. Ne fa 17 nel 1962-’63, ultimo campionato dell’Hellas al vecchio Bentegodi. Anche lui traslocherà,  prendendo la via di Milano: lo ingaggia l’Inter di Moratti ed Helenio Herrera. In nerazzurro vince la Coppa dei Campioni, sia pure da riserva, poi girovaga tra Mantova, Lazio e Vicenza. Di nuovo a Verona nel 1973, vicino ai saluti.

 

(2. Continua)

 

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