storie

110 ANNI, 100 GRANDI. I BIG DELLA STORIA DELL’HELLAS VERONA, SESTA PARTE

La galleria delle leggende gialloblù. Dal cinquantesimo al quarantunesimo posto

Redazione Hellas1903

50 ADAILTON

Quando arriva al Verona ha la fama del nuovo Zico. La realtà è diversa e, a fronte delle prime prove non esaltanti, finisce per essere sgradito alla tifoseria. Ma con gli anni riconquista tutti, a suon di gol (ne segnerà 52 in totale), calci di punizione cesellati, generosità, talento e cuore. Saluta, dopo sette stagioni, da pupillo della gente.

49 CESARE MACCACARO

Entra nella storia siglando il primo gol di sempre del Verona in Serie A, a Torino, nel 3-2 con cui i gialloblù vengono sconfitti dalla Juventus: è il 1957. Lui, nato a Bussolengo, è stato allevato nel vivaio. Giocatore polivalente, centrocampista di punta, attaccante, aveva conquistato la promozione l’anno prima.

48 FELICE LEVRATTO

Si porta appresso un soprannome eloquente: lo Sfondareti, per via della veemenza del suo tiro. A Verona transita perché impegnato in città nel servizio militare. Una sola stagione, nel 1924-’25, con 15 gol segnati in 20 partite. Arriva dal Vado, con cui ha vinto la prima Coppa Italia di sempre. E fu il primo gialloblù ad essere convocato e a giocare in Nazionale.

47 EROS FASSETTA

Terzino sinistro per antonomasia del Verona degli anni di B compresi tra il 1958 e il 1965. Sempre titolare, 173 presenze in campionato con l’Hellas. Spettacolare la propensione per le rovesciate. Cresce nelle giovanili del Milan con Osvaldo Bagnoli, amico fraterno. Grintoso, difensore che fa della tenacia un punto d’onore, si ferma a vivere proprio a Verona. Scompare nel 2002.

46 VICTOR HUGO SOTOMAYOR

Il suo nome è un fermo immagine: il colpo di testa con cui inchioda il Milan sull’1-1, il 22 aprile 1990. Poi Davide Pellegrini scucirà lo scudetto dalle maglie rossonere. Difensore di ferro, dal tocco non pregiato, ma dal temperamento guerresco. C’è anche lui a spingere il Verona in A nel 1991. Con il Velez Sarsfield sarà campione del mondo per club di lì a tre anni.

45 MASSIMO FICCADENTI

Lo ingaggia Eros Mazzi, prelevandolo dal Messina, nel 1992. Centrocampista geometrico, buona tendenza all’inserimento: per cinque anni al Verona, se ne va per tornare come allenatore, nel 2004. Ricostruisce una squadra che si era appena salvata dallo sfacelo, il suo calcio è esaltante. Resta fino al 2006, quando viene esonerato nella stagione disgraziata del tonfo in C1.

44 MAURIZIO IORIO

Una sola stagione per prendersi l’etichetta di centravanti spietato e opportunista. Dopo i fuoriclasse Platini e Zico è il realizzatore più prolifico del campionato 1983-’84. Rigorista infallibile, con Nanu Galderisi è l’altro “puffo al tritolo”: statura tutt’altro che da corazziere, vivacità sfrenata in area. Lascia per tornare alla Roma, che riscatta la metà del suo cartellino. A Verona si rivede nel 1989. Non è più l’attaccante in stato di grazia degli anni belli, piazza giusto qualche piccolo graffio nella stagione della retrocessione con Bagnoli.

43 ARNALDO  PORTA

Ad oggi, il maggior cannoniere della storia del Verona. Brasiliano di Araraquara, stato di San Paolo, rimane in gialloblù  dal 1913 al 1930. Segna per 74 volte, e tra questi gol c’è quello che stende la Juventus degli Invincili, nel 1926. Punta mobile e dalla spiccata visione di gioco, il suo debutto avviene a diciassette anni. L’Hellas è la sua vita.

42 SANTE BEGALI

Talmente leale negli interventi da diventare sinonimo di fair-play:  se ne va nel 2008, e gli viene intitolato il premio dedicato al giocatore dell’Hellas più corretto. Lui, i colori gialloblù, li ha vestiti per tredici anni, tra il 1949 al 1962, con l’unica eccezione del 1957-’58. Scherzi del destino: quella sarà la prima stagione in A del Verona, per una promozione a cui aveva fortemente contribuito. Terzino, stopper, mediano, anima e cuore di una squadra eterna.

41 SEBASTIEN FREY

Al Verona si presenta come un ragazzino spigliato, girato in prestito dall’Inter, nell’estate del 1999. Dovrebbe fare da vice di Graziano Battistini, ma quando il titolare viene espulso, nella partita con il Parma, alla quinta giornata, si prende la porta e non la lascia più. I suoi miracoli sono proverbiali, compie interventi che sfidano le leggi della fisica. L’Hellas si salva in carrozza, lui è il miglior giocatore in assoluto di tutta la Serie A. Fa rientro all’Inter. La sua carriera, tra Parma, Fiorentina e Genoa, avrà picchi esaltanti, ma mai più sarà come in gialloblù.

(6. Continua)

Potresti esserti perso