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110 ANNI, 100 GRANDI. I BIG DELLA STORIA DELL’HELLAS VERONA, TERZA PARTE

Dall'ottantesimo al settantunesimo posto. La galleria dei miti gialloblù

Redazione Hellas1903

 

80 CRISTIAN BROCCHI

I polmoni a mantice del miglior Verona dall’epoca di Osvaldo Bagnoli sono i suoi. Centrocampista di grande carica agonistica, è uno dei trascinatori gialloblù nella promozione firmata Prandelli nel 1999. L’anno dopo, in A, si consacra come uomo mercato: viene ceduto all’Inter, la sua sarà una lunga e proficua carriera.

 

79 FRANCO BERGAMASCHI

Ala dai piedi morbidi, il suo nome è legato in primis ad un evento: Verona-Milan 5-3, la partita che toglie lo scudetto (e la stella) dalle maglie rossonere, il 20 maggio 1973. Incontenibile, quel giorno, e proprio il Milan lo ingaggiò. Ma il meglio lo diede a Foggia, piazza in cui sarà un simbolo, prima di tornare all’Hellas.

 

78 PIERGIORGIO NEGRISOLO

Nasce come centrocampista, ma è da libero che, a Verona, spicca per classe e puntualità negli interventi. Comanda una difesa in cui i marcatori inflessibili sono Logozzo e Bachlechner. Prima di Tricella, nel ruolo è il paradigma per i tifosi gialloblù.

 

77 PIERLUIGI CERA (nella foto)

 

Uno dei prodotti più luminosi del vivaio. Straordinario mediano, in un reparto che schiera Pirovano e Maioli, ha tocco vellutato e tenacia. Il Verona è la rampa di lancio per essere un big del calcio italiano, da senatore del Cagliari scudettato. Secondo ai mondiali di Mexico ’70 con gli azzurri.

 

76 GIGI APOLLONI

 

Per anni alfiere del Parma, quando capisce che per lui non c’è più spazio in Emilia non esita a scegliere il Verona: è l’estate del 1999, l’Hellas è appena stato promosso in A. E ci rimane anche grazie all’apporto di questo difensore che unisce stazza e tempismo, capace, quando sale in attacco, di infilare pure la stoccata vincente. Con lui due salvezze consecutive.

 

75 ROBERTO RANGHINO

 

Stopper o terzino, gioca per sette stagioni in un Verona che sconfigge le tagliole della B, conquista la Serie A (è il 1967-’68) e la conserva sotto l’egida del padre padrone Saverio Garonzi. Ranghini è una sentinella veloce, un francobollatore grintoso e pieno di determinazione, di quelli che non si arrendono mai.

 

74 FABRIZIO CAMMARATA

 

Veste il gialloblù che è un ragazzino, appena girato al Verona dalla Juventus, nella cui Primavera faceva coppia con Del Piero. Attira sconcerto per i gol che manca, ma tanti ne segna, contribuendo a due promozioni in A dell’Hellas, nel 1996 e nel 1999. Con Prandelli allenatore si esalta fino a piegare con una doppietta proprio la Juve, nel 2000. Normanno di Sicilia.

 

73 FERRUCCIO VALCAREGGI

 

Alla guida della nazionale italiana ha vinto un Europeo ed è arrivato secondo al mondiale messicano. Nel 1975 Garonzi lo assume per timonare il Verona e “Uccio” lo fa per tre anni, centrando salvezze condite da un gioco efficace e da una finale di Coppa Italia persa con il Napoli.

 

72 MARCO PACIONE

 

Si ricostruisce all’Hellas, dopo che, con la Juve, è stato disintegrato da critica e tifosi per una serataccia di Coppa Campioni con il Barcellona. Osvaldo Bagnoli lo recupera, gli ricarica le pile e gli affida responsabilità. Nelle tre stagioni a Verona si trasforma in uno dei più generosi e combattivi attaccanti italiani, realizzando gol belli e spesso spettacolari.

 

71 DAMIANO TOMMASI

 

Debutta nel 1994, dopo aver fatto la trafila delle giovanili. Resta al Verona fino al 1996, rivelandosi come un jolly che si muove con intelligenza e corsa in difesa e a centrocampo. In poche partite si capisce che sarà destinato a fare strada: ragazzo esemplare, impegnato nel sociale, dopo l’Hellas diventa bandiera della Roma, presenza stabile in nazionale, infine, dopo il ritiro, è il nuovo presidente dell’Assocalciatori.

 

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