1. Gianfranco Zigoni-uno: “Ma chi si credono di essere? Questo è il nostro stadio e vinciamo noi”.
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DIECI MOTIVI IN ORDINE SPARSO PER CUI VERONA-MILAN NON SARA’ MAI UNA PARTITA COME LE ALTRE
1. Gianfranco Zigoni-uno: “Ma chi si credono di essere? Questo è il nostro stadio e vinciamo noi”. 2. Gianfranco Zigoni-bis: “Gli ho messo un gran pallone sulla testa, al mio amico Paolo Sirena. Ha dovuto spettinarsi...
2. Gianfranco Zigoni-bis: “Gli ho messo un gran pallone sulla testa, al mio amico Paolo Sirena. Ha dovuto spettinarsi per colpirlo e così ha fatto gol”.
3. Adrian Mutu e quel tiro sotto la traversa. Era il gol della salvezza. Invece no.
5. Gullit e Van Basten. E il pallonetto di Caniggia. Fatto sta che si perse e che a un ragazzino di dodici anni non pareva proprio giusto.
5. Colombo che prende a calci tutto quello che intercetta. Soprattutto Davide Pellegrini.
6. Victor Hugo Sotomayor. E intanto siamo pari.
7. Lo sguardo di Gianluca Gaudenzi dopo l’1-1.
8. La maglia di Marco Van Basten.
9. Osvaldo Bagnoli che esulta come non l’avevate visto fare neanche a Bergamo il 12 maggio 1985.
10. Silvio Berlusconi che si cala sulla testa il Borsalino e parla di “arbitraggio esemplare”. Se ne faccia una ragione, Cavaliere!
P.S.: Beh, di motivi per considerare speciale Verona-Milan, ce ne sarebbero, francamente, millanta. Ma il galateo ci insegna che è meglio ricorrere, a tempo e luogo, ad archiviarli alla voce "varie ed eventuali", ché non si sa mai...
MATTEO FONTANA
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