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La salvezza? Vietato sbagliare

L'allenatore conta, ma per restare in A la squadra a disposizione è molto più decisiva

Matteo Fontana

Con la Serie A non si scherza. Il Verona ha salutato la B compiendo un’impresa che non doveva essere tale. La gestione di Fabio Grosso non ha permesso a una rosa di alta qualità di rendere per quel che valeva, cosa che è avvenuta con la saggezza di Alfredo Aglietti. Adesso, però, inizia una storia diversa.

 

Sia ben chiaro: Aglio o non Aglio, Ivan Juric o meno, o fosse pure per una chiamata di Mou, per salvarsi (e farlo, se possibile, con serena tranquillità, senza chiedere troppo), più che un tecnico di valore, occorre la squadra. Quindi, adesso la palla passa a proprietà e direttore sportivo.

Maurizio Setti e Tony D’Amico saranno i costruttori del prossimo Hellas. Uno dovrà investire, l’altro avere l’abilità di prendere gli uomini giusti e metterli nei posti giusti. Dovesse mancare una delle componenti, potremo star qui a scervellarci a discutere di Juric (o, chissà, di Pecchia o Mandorlini), e non verremmo a capo di niente. Ovviamente, si retrocederebbe.

Per adesso è arrivato Amir Rrahmani, robusto e quotato difensore prelevato dalla Dinamo Zagabria, su suggerimento proprio di Juric. Giusto che un tecnico incida sulle scelte per la squadra che guiderà. Francamente, i connubi precedenti, all’Hellas, non sono stati così positivi.

In chiusura: si metta in piedi un gruppo di valore, lo si dia in mano a chi ne avrà competenza. Se fallirà, occhio: non sarà soltanto colpa sua, ma anche, e pure d più, di quelli che non gli avranno dato gli uomini giusti per i posti giusti. Perché solamente così si resta in A, e il resto sono chiacchiere da fessacchiotti o creduloni.

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