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Sarri, quell’esperienza disastrosa a Verona

Sei partite nel 2008, un pari e cinque sconfitta. E l'Hellas era sull'orlo della retrocessione in C2

Redazione Hellas1903

Il ricordo è molto negativo.

Di certo lo è per i tifosi del Verona, come per il diretto interessato.

Sono passati dodici anni da quando Maurizio Sarri guidò l'Hellas, in C1. Era, quella, una squadra in crisi di gioco e di risultati.

La società era di Piero Arvedi, che aveva grande cuore e passione. Non bastava, però, per ottenere risultati. Arvedi affidò la ricostruzione dell'area tecnica a Giovanni Galli, a dicembre 2007. Galli chiamò Sarri, sostituendo Davide Pellegrini (che aveva preso il posto dell'esonerato Franco Colomba).

A Verona, per Sarri, fu un disastro. Dopo il pari al debutto, a gennaio 2008, con la Pro Sesto, arrivarono cinque sconfitte di fila, con il Sassuolo (il cui allenatore era Massimiliano Allegri), la Cavese, il Venezia, il Legnano e la Ternana.

Infine, Sarri salutò: Arvedi cambiò, "silurando" il tecnico toscano. Galli si dimise, l'Hellas fu affidato di nuovo a Pellegrini, con Nardino Previdi al timone dirigenziale, affiancato da Riccardo Prisciantelli.

Il 25 maggio, a Busto Arsizio, Ilyas Zeytulaev segnò il gol dell'1-1 alla Pro Patria, al 90'. Il Verona, che era stato sull'orlo del baratro della caduta in C2, si salvò.

Sarri riprese altrove, la sua scalata l'ha poi condotto fino alla Juve, dopo le grandi stagioni con il Napoli, con cui ha sfiorato lo scudetto, e il passaggio al Chelsea, con la vittoria in Europa League.

L'Hellas, invece, è salito dal fondo delle categorie professionistiche per raggiungere, tra stagioni positive e altre no, una posizione brillante in questa Serie A.

Ora, dunque, l'incrocio (non un inedito, in realtà) con Sarri. E con la sua Juve.

 

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