gazzanet

Benedetta Quaresima

Il Verona in maschera del periodo di Carnevale non digiuna più: tornano vittorie e punti

Lorenzo Fabiano

Dopo un carnevale in cui l’Hellas ci ha riservato più lacrime da Pierrot che risate da Arlecchino, l’austerità della prima domenica di quaresima ci ha regalato finalmente il sorriso per una vittoria in trasferta che ci mancava quest’anno da tanto, troppo tempo. Era ora. Aggiungiamo pure che a Brescia non si vinceva dal 29 novembre del 1998, quando con i gol di Cammarata e Guidoni espugnammo il Rigamonti. Era il Verona di Prandelli: alla fine di quel campionato fu serie A.  Si dice che la storia sia fatta di cicli: chissà allora che non si ripeta. Facciamo gli scongiuri.

Pecchia, dopo aver annaspato, ritrova fiato e respira. Sebbene non trascendentali, queste due vittorie su Ternana e Brescia non diciamo mettano a posto le cose, ma almeno regalano punti preziosi e riportano un po’ di serenità in tutto l’ambiente dopo le turbolenze carnevalesche sfociate nella contestazione ovaiola dei tifosi spazientiti dalle deludenti prestazioni degli ultimi tempi.  Siamo ancora lontani dalla squadra tritatutto che regalava spettacolo in avvio di stagione. L’ultimo acuto lo aveva suonato in un uggioso sabato di novembre quando nel golfo di La Spezia aveva calato il poker.

Allora si parlava di corazzata venuta a rendere onore alla navi della marina militare ormeggiate nelle acque liguri. La corazzata è però rimasta ancorata lì: le batoste subite con Novara e Cittadella hanno creato pericolose falle nello scafo delle certezze gialloblù. La squadra ha imbarcato acqua: fuori dalle metafore, ha perso via via baldanza e sicurezza. Da allora l’abbiamo spesso vista preda dell’ansia di prestazione. Succede sotto le lenzuola, figuriamoci su un campo da calcio. Solo a sprazzi, abbiamo di nuovo ammirato il Verona spumeggiante che incantava le platee d’autunno. Merito degli avversari, fattisi parecchio più accorti, ma pure effetto di una innegabile perdita di smalto da parte della squadra di Pecchia.

Abbiamo più volte ripetuto, che questo è un gruppo che se sta in fiducia e gioca sulla forza dell’autostima è in grado di esprimere tutto il suo potenziale e dare al popolo gialloblù le soddisfazioni che merita. Se tuttavia si abbatte, fatica tremendamente a trovare la forza per reagire e rischia di sprofondare. Nel momento più delicato, pur senza strappare applausi di fronte a due squadre di modestissimo spessore, il Verona si è rialzato. Contava far punti: i punti sono arrivati e altri dovranno arrivarne dai prossimi impegni, a cominciare da lunedì quando al Bentegodì sarà di scena l’Ascoli. Bene ha fatto Pecchia a tenere la squadra in ritiro alla vigilia di una trasferta tanto delicata per il futuro suo e della squadra. Il messaggio di compattezza è chiaro: nello spogliatoio non ci sono fratture, la squadra è con lui.

Il carnevale pallonaro è stato quest’anno un tormento. Sinceramente non vedevamo l’ora che finisse. Ora che è fortunatamente alle spalle, non ci resta che benedire l’arrivo della quaresima. Il campionato entra ora nella fase più calda, quella decisiva in cui si lancia la volata verso il traguardo finale. Arrivarci con i tubolari a terra sarebbe stata una sciagura. Aver ritrovato un po’ di vento in poppa è qualcosa che sa di manna in vista di una primavera che stavamo paventando di dover trascorrere sulle note di Loretta Goggi.

 

tutte le notizie di

Potresti esserti perso