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Caos Dazn, la pallina che gira… raddoppia

Getty Images

Il calcio digitale è una sfida intrigante, se non ci fosse una verità con cui fare i conti

Lorenzo Fabiano

C’era una pallina al posto del pallone nella domenica del webbiere.

È accaduto oggi  sui dispositivi collegati sulla App Dazn. Ore d’impasse, niente partite ma solo quel maledetto circoletto che non voleva smetterla di ruotare a vuoto. Un incubo. Incessante, imperterrito e beffardo fino a urtarti i nervi. A pochi giorni dalla firma del contratto faraonico da 840 milioni di euro siglato con Lega Calcio che ha messo fine al dominio della signoria Sky, la nuova frontiera dello streaming sportivo ha vissuto la sua giornata più nera. Un problema di carattere tecnico, ha mandato in tilt il sistema. Mentre il web collassava, per ironia della sorte Verona-Lazio (ma il disastro  lo aveva inaugurato Inter-Cagliari) si poteva vedere sui canali satellitari Dazn di Sky. Come dire: «Ci avete fatti fuori, vi siete presi la torta del calcio, ma per renderla fruibile dovete ancora venire a bussare col cappello in mano alla nostra porta».

C’è da meditare, a dir poco. Nel frattempo, dal chiuso delle prigioni domestiche si levavano cori di proteste e centrifughe di zebedei da parte degli utenti. Tutto vano, il guasto è stato sistemato solo a partite concluse. Confessiamo che le abbiamo pensate un po’ tutte in questo pomeriggio di una disgraziata domenica digitale: quando un amico ci ha scritto che Verona-Lazio era visibile su un sito turco, abbiamo persino sospettato di un’azione di hackeraggio ordita dal sultano di Ankara quale perfida vendetta per il vilipendio di Supermario. Altro indizio lo abbiamo visto in un diabolica incursione di sabotaggio contro il nemico lanciata dai 2.500 lavoratori che Sky sta per tagliare. No, è tutto molto è più semplice. Purtroppo, aggiungiamo. Per i prossimi tre anni, il calcio italiano ha scelto la via digitale. Senza un collegamento internet, la partita non la vedi. Una tegola soprattutto per le persone anziane, per buona parte delle quali il WIFI potrebbe nella migliore delle ipotesi essere una costola del WWF. D’altronde, visto come ci siamo curati dei nostri vecchi in questa prima fase della campagna vaccinale, non c’è poi da sorprendersi più di tanto per una rinnovata ostentazione di sensibilità. Ma non divaghiamo, torniamo a noi. Il governo del calcio ha scelto di accasarsi a tutto campo su una piattaforma digitale. Intrigante sfida, se non ci fosse una verità con cui fare i conti.

Ci è capitato di sentir dire che la «La scelta su Dazn sarà un volano per la digitalizzazione del Paese». Vuoi vedere che i signori del calcio sono illuminati dalla cometa del Next Generation EU? Credici, se vuoi, se puoi. Il verbo politicamente corretto ne nasconde un altro: lo fanno ben più semplicemente per soldi. Solo ed esclusivamente per soldi. Almeno sui segreti di Pulcnella, non pigliamoci in giro. Gli offrissero di più, lorsignori giocherebbero anche su Marte il lunedì mattina pur di spuntar quattrini. Già, ma ci sono le condizioni per permettersi uno slancio tecnologico di questa portata in Italia? Si direbbe di no. La domenica del webbiere ci ha sbattuto in faccia tutta la fragilità e l’avventatezza di una simile idea. Perché lo sanno anche i cavi che la banda larga in vaste aree del Paese è, se va bene, un miraggio. E allora, finisce che sullo schermo ti becchi la pallina che gira a vuoto. Se poi ci aggiungi i costi che al nostro portafogli, per uno spettacolo mediamente assai scadente, chiedono sempre di più, beh allora a pensarci bene le palline che girano sono almeno due. E non da oggi.

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