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Il gioco di Tudor: aggressività e calcio verticale per il Verona

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Possibile il passaggio al 3-5-2 per un Hellas che subisca di meno e crei di più

Michele Tossani

E così, dopo appena tre giornate di campionato, il Verona ha sollevato dall’incarico Eusebio Di Francesco. Al suo posto il club ha deciso di affidarsi a Igor Tudor. Reduce dall’esperienza poco fortunata con la Juve (lavorando nello staff di Andrea Pirlo) il 42enne tecnico spalatino ha già allenato nella serie A italiana, essendosi seduto a più riprese sulla panchina dell’Udinese.

Con la squadra friulana Tudor ha conquistato due salvezze consecutive e questo è anche l’obiettivo che gli viene chiesto di centrare a Verona.

Dal punto di vista tattico l’ex difensore della Juventus potrebbe apportare dei cambiamenti rispetto a quanto visto finora, se non nel sistema base (anche se il 3-4-2-1 di Di Francesco potrebbe virare verso un 3-4-1-2 o 3-5-2) almeno nell’impostazione. In questo senso dovrebbe restare la ricerca del duello individuale in fase difensiva ma con una linea che potrebbe provare a stare un po’ più alta.

La natura verticale della compagine gialloblù (3.05 la media di passaggi per azione offensiva, con appena 16 azioni con dieci o più passaggi che fanno del Verona una compagine abbastanza diretta in attacco) dovrebbe rimanere inalterata.

Di certo il nuovo tecnico dovrà cercare di dare equilibrio ad un undici che ha finora segnato tre reti (in linea con i 3.17 xG prodotti) subendone sette. Quest’ultimo un dato che punisce l’Hellas ben più di quanto effettivamente concesso agli avversari nel corso di queste prime uscite di campionato (4.96 xGA).

In questo momento il Verona è quindi una squadra che produce poco, non concede molto ma subisce troppo.

Nel caso in cui il nuovo tecnico decidesse di puntare ad una formazione con due punte, si dovrà cercare di far arrivare ai vari Simeone, Lasagna, Kalinic e Caprari i giusti rifornimenti, altro aspetto che è mancato in questo inizio di stagione.

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