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L’impresa di Zaffaroni l’equilibratore

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Serio, lavoratore, determinato, impassibile: la prodigiosa salvezza del Verona porta la sua firma
Andrea Spiazzi
Andrea Spiazzi Direttore 

A vederlo festeggiare nello spogliatoio quasi non potevamo credere che Marco Zaffaroni si lasciasse così tanto andare.

Serio, lavoratore, determinato, impassibile. Al suo arrivo si diceva fosse solo un presta-patentino. Tutt’altro. I meriti di questa salvezza prodigiosa del Verona passano da lui, lui è quello a detenerne di più.

Lo dicono i numeri. Dopo dieci sconfitte di fila, di cui sei con Sasà Bocchetti, la squadra si trovava non solo a pezzi, ma in preda, evidentemente, a un cortocircuito mentale devastante.

L’aspetto psicologico è quello su cui l’allenatore ha battuto maggiormente, e lo ha fatto fino a ieri sera quando, solo in panchina per la squalifica del suo collega, ha diretto la nave verso il porto sicuro.

Non aveva nulla da perdere, Zaf. Questo gli ha permesso di affrontare le cose con una certa serenità. Ha avuto molto da dare, invece. La sua presenza è stata fondamentale per calmare il mare in tempesta ‘nel quale il gruppo stava affondando, per trasformare la frustrazione in rabbia e la rabbia in prestazioni finalmente degne, per lo meno nel mini campionato dei club destinati a soffrire fino alla fine per sopravvivere.

Ha trovato, di concerto con Bocchetti, nuove soluzioni tattiche: poco spettacolo ma la sostanza che serviva.

Ancora, il timone non l’ha mai perduto dopo i nuovi, inevitabili, cedimenti di un gruppo con le sue palesi fragilità dopo le picconate ricevute dal mercato della scorsa estate. Dopo le gare con Sampdoria, Fiorentina, Torino, Inter, Empoli e Milan poteva esserci il crollo definitivo. Macché, l’arcigno e silenzioso Zaffaroni è riuscito a tappare le falle con cemento istantaneo fatto di dosi all’ingrosso di autostima, di equilibrio e di determinazione distribuite ai ragazzi gialloblù.

Se  serve indicare il miglior maestro del rialzarsi dopo le cadute, Zaffaroni balza di netto in testa alla graduatoria. La sua è una bella storia che nasce dal sudore speso e dalla lotta furente nei campi della C. Attitudini trasferite allo scudettato club dell’Hellas nel suo centoventesimo compleanno. La ricorrenza è salva, così come, e soprattutto, la categoria.