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SETTI, OVVERO IL TEMPO DELLE SCELTE

Verona (quasi) in salvo, il presidente dica cosa vuol fare. Nel segno della continuità, se possibile

Matteo Fontana

L’obiettività, corroborata dalla matematica, scienza esatta per definizione, induce a ritenere il Verona vicinissimo alla salvezza. Un traguardo pressoché acquisito, con il +11 sulle terz’ultime a dieci turni dalla fine, con sette partite in programma in casa, e di queste quattro scontri in linea teorica diretti (Cesena, Sassuolo, Chievo ed Empoli).

L’Hellas ha superato la crisi – lasciamo stare la partita da “vacanze romane” con la Lazio, del tutto fuori portata per i gialloblù – e ha fatto parlare i risultati. Adesso si attendono le dichiarazioni della proprietà. Di Maurizio Setti si sono perse le tracce da mesi. La sua ultima uscita, più istintiva che altro, risale al post-diluvio di Coppa Italia con la Juve. Da allora, ecco il mare magnum del silenzio.

I risultati, si diceva. Già: se sono quelli a determinare le scelte, è tempo che Setti dia il via libera al nuovo corso per la prossima stagione. Per chi scrive, secondo un approccio basato sulla continuità. Impensabile che non si provveda in termini ragionevoli (ossia brevi) alla conferma di Giovanni Gardini come direttore generale e Sean Sogliano in qualità di direttore sportivo. In tre anni la struttura che lo stesso Setti ha voluto e a cui ha delegato la gestione del club, sul piano amministrativo e tecnico, ha prodotto la promozione in A, una salvezza in carrozza e una in dirittura d’arrivo.

I bilanci replicano il giudizio altamente favorevole: tra plusvalenze e marketing, il Verona è una società in crescita. Destinata, se saprà svilupparsi ancora (fondamentale reperire un’area per realizzare un centro sportivo che sia l’effettiva casa gialloblù), a radicarsi in Serie A come una presenza fissa, e non sporadica e/o votata ai patemi di classifica.

Quello che Setti, non a caso, affermò come proprio orizzonte nel giorno, era il giugno del 2012, in cui si presentò nell’allora sede di via Torricelli. Un altro argomento per reputare necessario, e doverosamente imminente, che il patron decida per l’ulteriore radicamento dell’organizzazione in essere. Non dimentichiamoci pure i successi del settore giovanile: nel 2013 la vittoria al torneo di Arco con gli Allievi, giunti secondi quest’anno, mentre la Primavera, a febbraio, ha incantato e colto il posto d’onore al “Viareggio”. Fares, Cappelluzzo, Tentardini, Guglielmelli, Bearzotti, senza citare il già “pro” Gollini, sono il futuro.

Setti si sbrighi a sciogliere le (incomprensibili) riserve sul domani. E poi si potrà parlare con Andrea Mandorlini per il rinnovo di un’intesa che, al netto dei dibattiti e delle osservazioni critiche che sono il sale da cui fioriscono certe motivazioni, si è meritato sul campo un altro anno di contratto. Il Verona 2015-2016 – con un club che incasserà 35 milioni di euro in virtù dell’accordo sui diritti tv che andrà in vigore da luglio – comincia da questi punti di partenza.

MATTEO FONTANA

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