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Setti-Sogliano, il tempo è un gran dottore

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Dal grande rapporto iniziale alla rottura. Ora i due si ritrovano per cercare di salvare il Verona

Matteo Fontana

Non si sono lasciati bene, ora si ritrovano, uno ha chiamato, di nuovo, l'altro, come accadde dieci anni fa.

Maurizio Setti e Sean Sogliano alla Loredana Bertè: il tempo è un gran dottore. Evidentemente, è servito per superare i forti attriti e le incomprensioni che portarono, nel 2015, alla chiusura di un rapporto professionale (ma anche personale) che aveva contraddistinto le prime tre stagioni con l'imprenditore carpigiano alla guida dell'Hellas.

Una promozione e due salvezze, arrivando a sfiorare la qualificazione europea: un tragitto eccellente, segnato da protagonisti di vertice in campo, da Jorginho a Luca Toni, da Daniele Cacia a Romulo.

Poi, la rottura. Setti, pubblicamente, in tv, attaccò Sogliano, di fatto imputandogli di spendere troppo per l'ingaggio di giocatori che non erano utili alla squadra. Sogliano preferì non replicare, ma per lui la delusione fu grande anche per il legame che aveva con Setti, nato quando lo volle con sé, era il 2012, al momento di iniziare la costruzione del Verona, di cui aveva appena rilevato la maggioranza delle quote da Giovanni Martinelli.

Sogliano, diesse "accentratore", uno che non delega e che decide in prima persona, interpretando il ruolo alla vecchia maniera: sempre sul campo, sempre al fianco del gruppo, più che un filtro per l'allenatore. Con Andrea Mandorlini non mancarono frizioni piuttosto roventi, ma fu lo stesso Sogliano a respingere le intenzioni di Setti, che in certe fase di difficoltà valutò, più volte, l'esonero.

Fu Sogliano a stare al fianco di un tecnico con cui le idee non coincidevano appieno, ma che "protesse" sempre. Al Padova, Mandorlini è stato scelto e portato da Sogliano. Il finale non è stato come quello all'Hellas, con la promozione in B svanita nel 2020-2021 ai rigore, all'ultimo atto dei playoff di Serie C con l'Alessandria.

Altra storia. Adesso a ricominciare insieme a Setti è Sogliano. Il passato è passato, pietra sopra. Il tempo, appunto, è un gran dottore. La "cura" che serve è quella per risollevare il peggior Verona di sempre.

Miracolo, impresa? Di certo, il triennio 2012-2015 non è stato complicato quanto sarà riuscire a centrare la salvezza ora.

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