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Spettacolo Verona, 30 punti e miglior difesa. E ora Lasagna

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Contro ogni pronostico, ancora una volta l'Hellas incanta. E guarda avanti

Andrea Spiazzi

Si chiude un fantastico girone d'andata per il Verona. I numeri dicono nono posto, 30 punti e miglior difesa (con la Juve, 18 gol subiti). 8 vittorie e 6 pareggi (5 le sconfitte), con le prime 7 della classifica ha perso solo con l'Inter ottenendo tre successi prestigiosi a Roma con la Lazio, a Bergamo e oggi col Napoli. Gioco avvincente, ritmo forsennato, paura mai, squadre avversarie preoccupate all'idea di giocarci contro. Molte scuse se è poco.

L'Hellas capisce che la salvezza è ad un passo. Ma ormai, visti i risultati e la forza di questa squadra, parlarne stona pure. Perché una volta ottenutala matematicamente, la truppa magistralmente condotta da Ivan Juric potrà pensare a divertirsi, a divertire i suoi tifosi, e anche a sognare.

A conferma di ciò va il mercato di gennaio in corso, da cui arriva qualità. Sturaro, e poi Lasagna. Perché, nonostante le dichiarazioni del dg dell'Udinese Marino, l'attaccante è a un passo dal gialloblù, e già domani si potrebbe andare a chiudere l'operazione.

Mosse che significano avere delle ambizioni, e aver capito che sarebbe un peccato non approfittare del momento, pigiando il pedale per lanciarsi verso un girone di ritorno alla fine del quale non avere rimpianti di alcun tipo. Ma, di più, iniziare anche a pensare e costruire il Verona della prossima stagione.

Giusto accontentare Juric, allora, giusto rinforzarsi visti, purtroppo, i continui intoppi fisici che hanno limitato una rosa che, viceversa, già a settembre sarebbe stata all'altezza dell'obbiettivo dichiarato. Con le ennesime scommesse, vinte. Con i soliti scettici, smentiti.

Juric è un maestro del campo e della gestione del gruppo, Tony D'Amico (Benassi a parte, ma il ds non è anche un medico) non ne sbaglia una. I due vanno d'accordo e hanno un confronto quotidiano, anche se così potrebbe non apparire. Si sono legati profondamente a Verona e al "loro" Verona. Setti si gode il duo e, con la scorsa, le sue più belle annate da quando è presidente. Incassa, ma dà segnali di voler rilanciare alzando la famosa asticella.

Che il bello debba ancora venire allora, anche se già così, non neghiamolo, c'è da godersi un bel po'.

 

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