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Verona, metti la freccia: basta con i gol sbagliati

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Con lo Spezia un punto che tiene in corsa l'Hellas, ma davanti alla porta serve buttarla dentro

Lorenzo Fabiano

Potevamo affondare; potevano risalire e completare l’aggancio; né l’una né l’altra, è finita che tutto è rimasto come prima. Dalla Liguria, niente di nuovo sul fronte occidentale: siamo in trincea a combattere la nostra sporca guerra di sopravvivenza e lì resteremo fino alla fine. Sarà la «Campagna di Primavera» a decidere i destini di questo tribolato Verona. Partita bruttina tra due squadre, diciamo la verità, mediocri: se in B ne andassero quattro, Spezia e Verona scenderebbero filate, ma in B ne scendono tre e quindi una delle due rimarrà sulla torre senza contare che nemmeno la Salernitana potrà certo chiamarsi fuori dalla lotta (del livello della serie A parleremo magari un’altra volta.)…Un tempo per parte, sebbene le occasioni più ghiotte siano venute per entrambe le contendenti nella ripresa. La verità è che potevamo vincerla, ma potevamo anche perderla questa partita. Anzi, diciamo pure che lo scorso autunno, con la sfiga che ci aleggiava sul coppino, la zuccata di Nzola sarebbe finita nel sacco e allora te la do io la salvezza…

Così, lo zero a zero nello scontro diretto di La Spezia di nuovo non ha detto nulla: se non che dopo le tre sberle beccate dalla Fiorentina la truppa è apparsa di nuovo sul pezzo e non ha preso gol, e che San Perilli è un signor portiere di riserva. Ha altresì confermato che la squadra, persi uno dopo l’altro Montipò, Ngonge e Duda, ha ritrovato finalmente quegli attributi che nella prima parte di stagione non aveva, e che, ahinoi, il nostro attacco è l’undicesima piaga d’Egitto. Si sa, uno che nei sedici metri la cacci dentro, non c’è. Quel tipo lì, il finalizzatore, sarebbe tanto utile, ma rimane uno spietato killer nelle pagine dei romanzi di Frederick Forsyth. Il torpedone Gaich ha la stessa mobilità dell’11 al capolinea di via Marsala in Valdonega, il kharma di Lasagna è una porta sempre stretta anche quando è spalancata, e poi ti ci si mette pure il buon Kallon che, sodale col compagno di reparto, abbiamo scoperto in versione «Kallagna» o «sciagurato Kallon» se preferite.  A voi la scelta,  tanto la sostanza è quella.

Vista la situazione, speriamo che l’infortunio di Ngonge non sia troppo grave e che possa rientrare presto, perché sarà anche vero che tutti sono utili, ma è altrettanto vero che lui è indispensabile. Detto questo, lo zero a zero anno da anni Settanta a La Spezia fa comunque bene, prendiamolo come una bustina di Oki quando sei sottosopra. Ora, avanti con le prossime due: Monza al Bentegodi e Sampdoria a Marassi. Servono punti pesanti, ed è questa l’occasione per metterli in saccoccia, perché lo Spezia è atteso da due trasferte assai complicate a San Siro contro l’Inter e quindi a Reggio Emilia col Sassuolo. Dai Verona, spingi e metti la freccia; però, quando sei lì davanti alla porta, sto benedetto pallone vedi di cacciarlo dentro. Sennò qua va a finire che facciamo tanti bei discorsi ma alla fine rimane solo una cosa: la fuffa.

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