Lunga intervista concessa al Corriere di Verona da Celeste Pin, doppio ex della partita con la Fiorentina in programma domenica al Bentegodi.
invitato speciale
PIN: “VERONA-FIORENTINA, SFIDA AVVINCENTE”
Il difensore, doppio ex: "Saviola e Lopez insieme? Difficile che si possa fare"
Nove anni in viola, quattro in gialloblù, per Pin, difensore solido e dotato di tempismo, poi anche capitano del Verona, di cui ha vestito la maglia dal 1991 al 1995.
Queste le parole di Pin.
"Cosa mi aspetto da Verona-Fiorentina? Che sia una sfida avvincente, di quelle che divertono il pubblico. A fronteggiarsi, due squadre che cercano di proporre un bel calcio. Non sempre è facile riuscirci, ma perlomeno ci provano”.
Già, perché la Fiorentina attraversa un momento di difficoltà evidente. Il suo giudizio qual è?
“La perdita di Giuseppe Rossi è stata grave, Mario Gomez non è ancora al pieno della condizione. Ma a essere carenti sono altri giocatori che nelle ultime stagioni erano stati decisivi. Gente come Pizarro, Cuadrado, Borja Valero, Gonzalo Rodriguez. Se non rendono loro si fa dura”.
Fiorentina sotto il livello degli obiettivi iniziali, Verona che, invece, è in linea con quanto programmato.
“Ripetere quanto fatto lo scorso campionato è ambizione impensabile. Ma si può fare bene lo stesso ed è quel che sta avvenendo. Una salvezza tranquilla, corredata da delle soddisfazioni da cogliere in certe partite, è più che alla portata”.
L’argomento più gettonato, in queste settimane, è la possibilità di impiegare insieme Nico Lopez e Javier Saviola. Ipotesi azzardata?
“La misura delle scelte va affidata all’allenatore. Andrea Mandorlini è un mio amico, lo stimo e a Verona il suo lavoro è sempre stato ottimo. Quindi bisogna avere fiducia nelle sue valutazioni”.
Dunque?
“Dunque credo che non sia agevole far giocare contemporaneamente due calciatori così, per quanto il loro talento sia grande. Si gioca non solo in fase di possesso palla, ma anche in “non possesso”. Mandorlini questo lo sa bene, e l’equilibrio in campo deve essere sempre il primo principio da mettere in pratica”.
Un tuffo nel passato, Pin. Le parliamo di Verona e la prima cosa che le viene in mente è?
“Ritiro a Roncegno, nel 1993. Squadra in B, rifatta da capo a piedi perché i conti non reggevano e avanti di quel passo si sarebbe falliti di nuovo. Tanti ragazzi giovani, io il più vecchio della rosa. Eros Mazzi, il Commendatore, che mi prende da parte e chiede: “Se salvemo, sa disito ti?”. E gli rispondo: “Con questi qua faremo il mazzo a tutti”. C’erano Inzaghi, Pessotto, Tommasi. Ci salvammo sì, e da lì iniziò la ricostruzione del Verona che, due anni dopo, fu promosso in Serie A”.
Domenica come finisce?
“Un pari con un bel po’ di gol: questo è il mio auspicio. E una festa sugli spalti, visto il gemellaggio tra le tifoserie".
MATTEO FONTANA
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