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20 A 3

Che triste il Verona rinunciatario, ma anche senza mezza squadra si può essere squadra

Andrea Spiazzi

"Venti i tiri del Napoli verso la porta avversaria, tre quelli del Verona. Basta questo dato a fotografare la gara rinunciataria, ieri, dei gialloblù. Ma non è una novità. Negli anni scorsi anche il miglior Verona, specialmente in trasferta a casa delle big, si riduceva al 6-3-1 con Gomez e Jankovic terzini aggiunti. Questo è Mandorlini.

"Quello che non ci si aspettava è che lo si sia fatto anche ieri per 90 minuti, in una gara nella quale anche un punto sarebbe stato, più per la fiducia che avrebbe infuso che per la classifica, di eccezionale importanza. Ma per farlo, anche quel solo punto, sarebbero serviti (e forse, certo, non bastati) coraggio e gioco, i grandi assenti di questo primo terzo di stagione.

"Prendiamo il Frosinone, prossimo avversario. Ha preso delle scoppole, come ieri, e non se la passa bene pur avendo 5 punti più dell’Hellas. Ma va a Milano e gioca, è andato a prendere un punto allo Stadium al 92’, a perdere a Roma con la Lazio mostrando un bel calcio. La maggior parte dei suoi giocatori risultano ai più sconosciuti. Non ci sono fuoriserie. Non hanno un Luca Toni. I ciociari li si dava per spacciati già il giorno della loro storica promozione. E invece è una squadra credibile, che farà fatica a salvarsi ma che ha un dna specifico al quale non rinuncia mai.

"Il Verona si è invece attorcigliato su se stesso incolpando la sorte (certo non particolarmente amica nel capitolo infortuni) ma dà l’impressione di non riuscire a guardarsi dentro per davvero. Sembra sentire terribilmente dell’assenza di un problem solver, di un qualcuno che sciolga i nodi nella testa e nelle gambe, suggerisca idee, sappia dare un’impronta decisa.

"Anche senza mezza squadra si può essere squadra, è una regola dello dello sport, la base dei successi di gruppo, la chiave che permette di viaggiare comunque senza paura e a testa alta.

"Foto Getty Images per Gazzanet

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