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Avanti, ma con giudizio

Sì alla fiducia in questo Verona, però adesso serve raccogliere

Matteo Fontana

Bello e bravo, campione di pacche sulle spalle ricevute, con 5 punti ottenuti in cinque partite (il raccolto auspicato, in chiave di pronostico), questo Verona merita piena fiducia.

Certo, restano molti rimpianti. Si parla della gara persa con il Milan, di quella con la Juventus, ancor di più, e poi della sfida all'Udinese, quella in cui, per ragioni di classifica, più di tutto l'Hellas avrebbe dovuto imporsi. Peccato, occasioni sfumate. Le cause? Il valore degli avversari, certe direzioni arbitrali un po' così (eufemismo: do you know Manganiello e Orsato?).

Rimangono i fatti, d'altro canto. Ossia, che serve raccogliere, ed è ora. La Serie A dei complimenti vede il Verona in zona Champions, ma la classifica lo colloca dove, va detto, si riteneva sarebbe stato. Duole, perché si poteva essere più tranquilli, in attesa delle sfide a Cagliari e Sampdoria, incontri che diranno di più sul futuro prossimo di questa squadra che, per carattere e organizzazione, ha già preso il cuore dei più. Contenti a metà, quindi.

Urgono i gol, già. Magari con un giro della sorte che sposti le traiettorie dai pali e dalle traverse alla porta, sia chiaro. Questa è la A più competitiva degli ultimi dieci anni (perlomeno), non si vedono squadre-materasso, le grandi vengono messe sotto pressione dalle presunte "piccole".

Per salvarsi occorrerà fare ancora meglio, dunque. Già: i punti, come il tempo di Fiorella Mannoia, non tornano più. Gli applausi aiutano, le vittorie sono un'altra cosa.

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