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BAGNOLI: “LA FORZA PER CONTINUARE COSI’? L’UMILTA'”

Le parole dell'Osvaldo: "Fondamentale l'apporto di Toni sul piano umano"

Redazione Hellas1903

I paragoni incalzano. Il Verona 2013-2014 come quello 1982-'83? Osvaldo Bagnoli non è tipo da gradire i raffronti. Dice: "Le analogie non spetta a me cercarle. Di sicuro c'è lo stesso entusiasmo, che è quello della squadra neopromossa che ha saputo iniziare bene. Noi perdemmo due partite sfortunate con Inter e Roma, ma giocammo bene. E da lì iniziò la nostra bella stagione".

 

Quell'Hellas giunse quarto e conquistò la finale di Coppa Italia (un traguardo che valse la qualificazione Uefa), persa in maniera beffarda con la Juventus. Bagnoli, su questo Verona, annota: "Mi pare che sia fondamentale il ruolo di Toni. Non parlo di aspetti tattici, sono cose che non mi riguardano. Dico del rapporto all'interno dello spogliatoio. Leggo che tutti i giovani che ci sono riconoscono a questo ragazzo di 36 anni, che ha vinto tanto ed è stato in nazionale, un ascendente favorevole. Li protegge e li aiuta a crescere. L'esempio è quello di Iturbe. Ma ripeto: questa è soltanto la mia opinione. Magari mi sbaglio".

 

No, non si sbaglia, l'Osvaldo. Che sfila alla memoria un'immagine: "Per noi era determinante la presenza di uno come Volpati. Avere gente con grande maturità ti consente di contenere gli entusiasmi, di mantenere sempre l'equilibrio. Io, Volpati, l'ho voluto proprio per questo, oltre alle questioni di campo. Ecco, a me non piace fare i paragoni, però Toni, me par, ha le stesse capacità".

 

Adesso, per il Verona, arriva un'altra sfida. Racconta Zaso: "Io sono fiducioso: questo è un gruppo che ha umiltà. Si è visto anche con il Bologna. C'era davanti una formazione in crisi, ma non è stata sottovalutata: loro volevano rilanciarsi. L'Hellas li ha messi sotto con una prova straordinaria, ha giocato bene e con concentrazione. Segno di umiltà, quella che dovrà esserci ancora di più di qui in poi. Facciamo gli scongiuri, ma credo che il Verona non si perderà da questo punto di vista. Dopo può accadere di tutto, perché il calcio è anche imprevedibile, ma l'importante è tenere i piedi per terra e non montarsi la testa".

 

MATTEO FONTANA

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