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Buon derby, vecchio Verona

L'Hellas comunità rock, il Chievo ineccepibile ragioniere: il racconto di una differenza

Lorenzo Fabiano

All’ufficio anagrafe del pallone, risulta che la signora Giulietta abbia due figli: il primogenito si chiama Hellas Verona. Personalità complessa, carattere bizzoso, è stato nella sua lunga vita capace di tutto. La sua è una storia trascorsa in altalena fatta di un susseguo di discese ardite e di risalite, canterebbe quel genio di Lucio. Ha vissuto il ventennio in stivaloni, due guerre, la rinascita, i favolosi anni sessanta della “Piccola Liverpool”, l’austerity, l’edonismo degli anni ottanta, tangentopoli e le stragi mafiose, il ventennio in blazer berlusconiano, fino ad oggi. Ne ha viste e fatte di tutti i colori. La vita se l’è presa tutta, nel bene e nel male. Nulla si è risparmiato. L’Hellas Verona è un rock di musica ribelle, è il giovane Holden che non sta negli schemi preordinati, è uno sfrontato agnostico, politicamente scorretto, decisamente più incline al profano che al sacro.

E’ un buono che frequenta cattive compagnie. E’ insomma il figlio che ti fa dannare l’anima, marina la scuola, combina un sacco di guai e ti turba il sonno, ma lo ami e lo abbracci perché è calore, è talento artistico puro, e non perde mai occasione per mostrarsi per ciò che davvero è. Non ha regole al di fuori di quelle che lui stesso si è dato: è casino assoluto e ci si ritrova. E’ sempre al verde perché spende più di quanto potrebbe permettersi. Non ha maschere, non si nasconde, ma è capace di farti arrossire e mandarti a nascondere. E’ un romantico cavaliere che lungo i sinuosi cammini della vita, sale e scende, cade e si rialza, è il volo della Fenice.

L’Hellas Verona lo trovi nei solchi delle rughe e nei riff di Keith Richards, è la libertà di Barry Lyndon nel capolavoro di Kubrick. Mangia di ogni, beve di ogni, e fuma di ogni. Detesta vegani e astemi, a marcar visita dal medico non ci va, perché sa che alla fine son solo magagne, più o meno come una comparsata della Finanza alla cassa del bar. Se ne infischia e va avanti. Ha pochi amici fidati, e sta sulle scatole a molti; come tutti i caratteri dalla forte personalità, è divisivo, ed è pure fiero di esserlo. In politica se mai abbia votato, di sicuro non lo ha fatto a favore di chi predica la moderazione. l’Hellas Verona è l’unica tribù di pellerossa il cui cuore non è finito sepolto a Wounded Knee. L’Hellas Verona è una comunità: siamo noi, con le nostre storie, i nostri padri, i nostri nonni, i nostri figli. L’Hellas Verona è chi non c’è più, chi c’è, e chi ci sarà. Un anello di congiunzione tra passato e futuro passando attraverso il presente.

Ne avevamo sentore, ma dopo anni, è arrivata la conferma che la signora Giulietta, spezzato un matrimonio burrascoso, ha concepito il secondo figlio in modo furtivo in una bollente notte di liceità estive sulle rive dell’Adige alle porte della città.  Lo ha chiamato Chievo. Del fratellastro non ha nulla, ma ne ha preso i tratti. Chievo si è conquistato il ruolo di figlio prediletto: bravo a scuola, prendeva bei voti, e non dava pensieri. E’ preciso e puntuale come un orologio svizzero. La mattina ha imparato sin da piccolo ad alzarsi e rifarsi il letto: la sua camera era sempre ordinata. Religiosissimo, è cresciuto in parrocchia al riparo dai pericoli della strada. Da adolescente stava molto in casa. Se usciva, tornava presto nel rispetto degli orari. E’ sportivo e salutista. La prima ragazza che ha incontrato l’ha portata all’altare. Dall'unione sono nati nove figli. Della vita ha massimo rispetto, quasi timore: se l’è presa solo a porzioni. La domenica mette il vestito della festa, perché così gli hanno detto che si fa.

E’ ubbidiente e rispettoso, non dice parolacce, né tantomeno bestemmia. Non è spendaccione ma gestisce bene i suoi risparmi. Non ha vizi: non fuma, non beve, mangia vegano. E’ il manifesto di tutto ciò che è politicamente corretto. E’ rispetto ed educazione. Ha studiato Ragioneria e conseguito una laurea a pieni voti in Economia e Commercio. Oggi lavora in banca, porta il vestito grigio e scarpe nere sempre lucide. Lo trovi nei salotti giusti, è impegnato nel volontariato. I nove figli frequentano scuole private rigorosamente cattoliche. Dice sempre di sì e si mostra simpatico, piace a tutti. Ascolta solo Radio Italia, Musica Italiana. Adora le fiction di Raiuno, e non si perde un solo Festival di Sanremo. Le ferie le fa a Ferragosto, dopo aver prenotato a gennaio. Tra indiani e cowboys stava con John Wayne. Rasenta la perfezione: ogni cosa la fa bene, come diceva Pelé quando pubblicizzava un deodorante.

Buon derby allora caro Hellas Verona, vecchia canaglia che non sei altro. Sappi che sotto sotto, anche se non lo confesserà mai, il tuo buon fratellastro un po’ t’invidia. Ricordatelo domenica, quando te lo troverai davanti.

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