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Cinque cose che ho visto (e un disastro annunciato)

La sconfitta con il Carpi significa Serie B. Ma ora non si facciano altri errori: il futuro si gioca adesso

Benny Calasanzio Borsellino

1) Qualcuno diceva: "certo che se retrocediamo nell'anno di Carpi e Frosinone in A...". Lo faremo e sarà certamente la cosa più giusta di questo campionato. Come già accaduto in casa contro la Sampdoria, il Carpi ha fatto quello che doveva fare mentre l'Hellas è stato ad ammirare il Carpi fare quello che doveva fare. La qualità in campo in alcuni tratti mi ha fatto pensare ai campionati di Promozione, ma quantomeno i due gol da cineteca della squadra di Castori hanno salvato la dignità di quelli che vendono i diritti televisivi all'estero: a loro tutta la mia solidarietà.

 

2) L'Hellas Verona è una squadra scarsa. Lo abbiamo detto subito e sempre, analizzando le qualità dei singoli e del gruppo. Nel complesso è forse più scarsa di Carpi e Frosinone. Ma questo lo posso dire io, non il capitano che in questa squadra è più di un calciatore. Perché il calcio ha regole precise. Tu, caro Luca, hai quella fascia al braccio e vuol dire che fino alla fine dovrai guidare lo spogliatoio: il capitano è un baluardo, non un scarica barile. Perché se vogliamo essere sinceri, quanti gol hai sbagliato tu quest'anno? E soprattutto, senti ora il peso di quella telefonata a Setti per chiedergli di confermare Mandorlini quando era palese che fosse arrivato il momento di dire basta? In una dichiarazione, in un sol colpo, Toni butta a mare Delneri e Bigon, mentre lui si lancia in acqua ma con la ciambella: il progetto 2016/2017 è già partito. Luca, quello che hai fatto nessuno riuscirà mai a cancellarlo. Ma io non credo alla riconoscenza a prescindere. Perché i fatti storici rimangono, il ricordo invece viene condizionato. È da un po' che scrivo di tuoi atteggiamenti irrispettosi nei confronti dei tuoi compagni e queste tue parole confermano la mia impressione: se sei troppo al di sopra di questa squadra, non giocare, preservati per il futuro.

 

3) Sarà difficilissimo arrivare all'ultima di campionato come sarà durissima trovare cinque cose degne di nota in ogni partita. Il Verona contro il Carpi riesce a fare qualcosa di guardabile solo quando entra Rebic. Che però stava bene e poteva giocare 90', magari al posto di Siligardi a cui non voglio dare colpe: se mi mettessero a fare l'architetto farei disastri (come se mettessero un dg a costruire una squadra). Abituato a giocare a trequarti o sulla destra per rientrare sul mancino, qui gioca a centrocampo e a sinistra. Stesso discorso per Fares (il fatto che abbia giocato bene non toglie che sia davvero un peccato vederlo terzino). Anche Delneri ha delle gerarchie: non so se sia giusto o meno, ma non provi a negarlo.

 

4) Delneri, dicevamo. Ha il merito di averci provato e di averci creduto. È evidente che anche lui ora ha sollevato di qualche centimetro i remi dall'acqua, ma è fisiologico: stagione compromessa e poca voglia/possibilità di continuare in B. Ma una cosa voglio dirla perché altrimenti devo ricorrere al Malox: chi oggi dice che dall'esonero di Mandorlini nulla sia cambiato è semplicemente uno che non capisce una cippa di calcio. Perdonatemi, non posso confrontarmi con chi analizza solo i risultati senza guardare la partita: per quello ci sono già allenatori sotto contratti ma che sono liberi di dirlo. Sentite loro.

 

5) Sento nell'aria vento di passato. Ascolto dichiarazioni di calciatori che non fanno gol ma negli assist politici sono maestri. Sento puzza di pasticciaccio sulle spalle del Verona. Sento procuratori o facenti funzioni che hanno un peso dirigenziale e che stanno già pensando a piazzarci giocatori, contratti e allenatori per il prossimo anno. Vedo persone a cui interessa del futuro del Verona come della composizione chimica dei pomodori. Stiamo attenti, rimaniamo con le antenne dritte.

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