gazzanet

Da un gialloblù all’altro: Prytz, Helander e Gustafson

Il centrocampista, appena arrivato dal Torino, è il terzo svedese nella storia del Verona

Raffaele Campo

Ieri mattina era arrivato il comunicato ufficiale del Verona: Samuel Gustafson è un nuovo giocatore dell'Hellas. Di ruolo centrocampista offensivo, il giocatore, in questi ultimi sei mesi al Perugia, arriva dal Torino con la formula del prestito.

Gustafson, 23 anni, è il terzo giocatore svedese a vestire la maglia gialloblù. Vediamo chi sono i suoi predecessori.

ROBERT PRYTZ - Arrivato al Verona dall'Atalanta di Mondonico nell'estate 1989, con Claudio Caniggia che compie il percorso inverso, Prytz (nella foto, nell'estate del 1991 con Florin Raducioiu e Dragan Stojkovic) viene accolto con un certo scetticismo dalla piazza veronese. Tuttavia, impiega molto poco tempo ad allontanare tali perplessità, poiché diviene subito un leader della squadra di Osvaldo Bagnoli, nonostante la dolorosa retrocessione in Serie B al termine della stagione. Rimane a Verona per altre tre annate, sotto la guida di Eugenio Fascetti, durante le quali ottiene il ritorno nel massimo campionato, da grande protagonista - segnò 11 gol - e un'altra ricaduta nella serie cadetta. Il suo periodo sin gialloblù coincide quindi con uno dei più difficili della storia del club, ma grazie al suo carisma Prytz, che in carriera ha anche disputato una finale di Coppa dei Campioni, giovanissimo, con il Malmö, perdendo per 1-0 nel 1979 col Nottingham Forest, ha lasciato ugualmente un ottimo ricordo.

FILIP HELANDER - La sua esperienza a Verona dura poco più di docici mesi. L'allora direttore sportivo Bigon lo porta nella squadra di Andrea Mandorlini, poi sostituito da Gigi Delneri, dal Malmö per 1 milione di euro. La stagione della squadra è decisamente travagliata: la prima vittoria in campionato arriva solatanto all'inizio di febbraio, alla quarta giornata del girone di ritorno, contro l'Atalanta. E anche  Luca Toni, condizionato da un infortunio accusato nelle prime giornate, ha perso l'abituale  vena realizzativa. Inevitabile è così la retrocessione in cadetteria. A livello individuale, Helander alterna prestazioni deludenti a partite maggiormente positive. Riesce comunque a togliersi la soddisfazione di segnare due gol, il primo alla Lazio e il secondo all'Inter, in un rocambolesco 3-3. Alla fine di agosto 2016 si trasferisce al Bologna, prima in prestito e poi a titolo definitivo, squadra in cui gioca tuttora.

Potresti esserti perso