“Seguo il Verona, non posso farne
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De Agostini: “Verona, che sia l’anno buono”!
L’ex terzino tifa Hellas, una squadra che non ha mai smesso di seguire
a meno. Quando le cose vanno bene ma anche quando c’è da soffrire, come a Busto
Arsizio”.
Indimenticabile terzino sinistro
nell’Hellas di Bagnoli ‘86-’87, votato migliore
in quel ruolo nei 110 anni di storia gialloblù sul nostro sito.
Gigi De Agostini ora insegna calcio ai bambini del paese dov’è
nato, in provincia di Udine. “Ricordo Bagnoli, a cui devo molto, la cui forza
era la semplicità. Poche parole, idee chiare, gli uomini al posto giusto e via”.
Ricetta esportabile anche ai giorni
nostri? “Certo, perché no? E questo nonostante il ruolo dell’allenatore non
sia facile, oggi. Sempre sotto pressione, a dover gestire rose ampie, e con un
calcio fatto di presidenti che chiedono risultati immediati” dice il saggio
Gigi.
E con i poteri forti del calcio come la mettiamo? Quando sei passato alla Juve hai visto la
differenza? ”Beh – fa lui – quando andai in bianconero mi dissi: sono a
posto, avendo visto in precedenza gli episodi a volte molto dubbi a favore
delle grandi. La sudditanza esiste. Però sono stati anni (216 presenze con la Vecchia
Signora) in cui non abbiamo sempre vinto, e nei quali agli arbitri si dava
ancora del lei”. Però la formazione la
faceva Agnelli, dai… (Ride).
Verona: quest’anno si è partiti con grandi ambizioni. “Giusto che
sia così. La rosa è forte, la società mi pare seria. Spero sia l’anno buono
davvero”. Hai giocato contro Mandorlini ma anche contro Sogliano? “Sì, me li
ricordo entrambi. Due caratteri forti. E per vincere serve anche quello”.
Andrea Spiazzi
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