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Di Carmine-Pazzini, coppia possibile se…

Michele Tossani

La convivenza fra due centravanti presuppone la capacità di dividersi spazi e compiti

Dal punto di vista tattico, oltre ad un 4-3-3 che deve ancora ingranare, la cosa forse più interessante mostrata contro il Padova è stata l’accoppiata formata da Pazzini e Di Carmine con la quale Grosso ha concluso la partita.

Entrato in campo all’84’ al posto di Matos, Pazzini ha cercato di fare qualcosa nei pochi minuti a disposizione, senza tuttavia riuscire a modificare il risultato finale.

È, quella costituita appunto da Pazzini e Di Carmine, una coppia riproponibile in futuro?

In un 4-4-2 (o in un 3-5-2 qualora Grosso dovesse virare un giorno verso la difesa a tre) in teoria sì. In teoria, perché la convivenza fra due centravanti presuppone la capacità degli stessi di dividersi gli spazi e i compiti.

Questo significa lavorare su tutta una serie di movimenti come dai e vai, uno - due, uno viene e uno va… da provare e riprovare durante tutta la settimana. Due no.9 possono coesistere, ma non sempre. Lo stesso Di Carmine ha formato con Cerri una coppia entusiasmante nel Perugia dello scorso campionato.

Ci sono però attaccanti centrali, ad esempio Icardi dell’Inter, che preferiscono agire da soli, senza un compagno di reparto schierato alla stessa altezza di campo. Pazzini è questo tipo di attaccante. Tuttavia, la voglia di giocare e la disponibilità al sacrificio di entrambi potrebbero convincere i due a provare una coesistenza.

Qualcosa si è visto, in particolare nel recupero quando, su uno degli ultimi assalti veronesi, Di Carmine ha spizzato una palla lunga per Pazzini che, a sua volta, ha prodotto un tiro finito di poco a lato dopo la decisiva deviazione del portiere del Padova, Merelli..

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Di certo, la squadra dovrebbe supportarli. In caso di 4-4-2 si dovranno schierare centrocampisti esterni in grado di rifornire i due attaccanti con precisi traversoni ma anche di tornare a centrocampo per aiutare la linea mediana in fase di non possesso palla.

Bisognerebbe poi verificare la possibilità dei centrocampisti centrali di riuscire a giocare in un centrocampo a due e non più a tre. La transizione da un sistema ad un altro deve essere ovviamente testata.

Lo stesso dicasi in caso di 3-5-2, sistema che manterrebbe invariato il centrocampo ma che necessita di difensori in grado di giocare in una difesa a tre e di due esterni che possano coprire tutta la fascia. Questa soluzione rischierebbe di sacrificare gli esterni offensivi a disposizione di Grosso.

Vero è che il campionato di B è lungo e la possibilità di avere più soluzioni a disposizione non deve diventare un problema ma, al contrario, rappresentare una carta in più da giocare nella corsa alla promozione.