Antonio Di Gaudio, che col Venezia ha messo il suo primo sigillo con l'Hellas, parla alla Gazzetta dello Sport odierna. "Aspettavo il mio primo gol col Verona - dice l'esterno gialloblù - col Venezia sono stati tre punti fondamentali dopo Lecce: una sconfitta che ci aveva tagliato le gambe. Non era facile ripartire subito. L'Ho dedicato a mia moglie Maria e a mio figlio Emanuel, che aveva un po' di febbre ma è venuto lo stesso allo stadio perchè mia moglie era sicura che avrei segnato".
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Di Gaudio: “Verona, ora non bisogna sbagliare. Aspetto di incontrare il Palermo…”
L'esterno intervistato dalla Gazzetta dello Sport: "Mia moglie aveva previsto il mio primo gol con l'Hellas"
"Ero tifoso del Palermo - racconta Di Gaudio - là prima di andare in ritiro con la Primavera mi hanno detto che era meglio se smettevo. Avevo 17 anni, mi hanno ammazzato, ho pianto come quando è morta mia nonna. Mi avevano voluto a tutti i costi. Incredibile. L'anno scorso ho vinto contro il Palermo. Non vedo l'ora di incontrarlo col Verona l'8 aprile.
Cosa manca al Verona? Dieci partite, una alla volta: serve continuità. Non bisogna sbagliare le partite che contano e sapere che, male che vada, bisognerà fare i playoff nella posizione migliore. Rivali? a parte il Brescia, che è forte e ha un Donnarumma in stato di grazia, con le altre ce la giochiamo. Non cerco rivincite, a me basta vincere. E occhio al Lecce, ha entusiasmo. A Verona vivo molto bene, stiamo in centro. Abitiamo vicino a una chiesa e ci andiamo spesso".
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