Avvicinare Nando Chiampan è avvicinare un pezzo di storia, e che storia, del Verona. Con quello che ha rappresentato per l'Hellas. Con quello che ha pagato
news
Ferdinando Chiampan: “Senza Martinelli sarebbe stato un guaio”
Avvicinare Nando Chiampan è avvicinare un pezzo di storia, e che storia, del Verona. Con quello che ha rappresentato per l’Hellas. Con quello che ha pagato di suo, coi suoi errori (in particolare quello di fidarsi troppo di gente...
di suo, coi suoi errori (in particolare quello di fidarsi troppo di gente
considerata “amica”). Soprattutto, però, con i successi, grandi, di cui è stato fautore e
interprete, mai smanioso di prendersene i meriti. Capace di indebitarsi pur di
tenere a Verona Elkjaer, Di Gennaro, Tricella per continuare a far sognare una
città (poi se ne pentì, naturalmente...)
Signore d’altri tempi, vive quelli odierni sempre in
vicinanza all’Hellas e a quelli che nell’Hellas contano, come lui, un tempo. “Se
non ci fosse stato Martinelli, dopo Arvedi, sarebbe stato un grosso guaio per il Verona”
dice. “Questi nuovi ancora non li conosciamo – aggiunge riferendosi a Setti –
ma pare che siano molto ben intenzionati”.
Parla all’inaugurazione della
sede che, all’interno del Bentegodi, è stata data all’associazione degli ex
gialloblù. “Bellissima – commenta – ci voleva. Lo scopo, nobile dell’associazione
è quello di aiutare gli ex calciatori caduti, per vari motivi, in difficoltà.
Sono tutti bravissimi: Nanni, Bagnoli, Fanna, Volpati e gli altri nel portare
avanti con serietà e concretezza l’iniziativa”.
Tante le foto d’epoca, ma se
provi ad annoverarlo tra i grandi protagonisti nella storia del Verona, lui
svicola. Per l’umiltà innata ma anche per quel macigno che ancora gli pesa
addosso. “Il fallimento, la cosa più brutta che potesse accadere, soprattutto
per la città”. Ma è un giorno di festa, parliamo dei ricordi belli, e ce ne
sono. “Mio padre fu presidente per otto anni dopo la guerra. Ricordo i
calciatori di allora, in particolare Pellicari, Tavellin, Pernigo, il portiere Lovo”.
E ai tempi dello scudetto a chi
era più affezionato? “A tutti! A quelli allora più emancipati e famosi come
Tricella, Fanna, Volpati, ma anche a persone che risaltavano meno, come
Fontolan e Ferroni. Tutte belle persone, oltre che ottimi calciatori. Siamo stati fortunati ad averli. Bagnoli
non l’ho detto, ma quello è sott’inteso”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA