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Ferdinando Chiampan: “Senza Martinelli sarebbe stato un guaio”

Avvicinare Nando Chiampan è avvicinare un pezzo di storia, e che storia, del Verona. Con quello che ha rappresentato per l’Hellas. Con quello che ha pagato di suo, coi suoi errori (in particolare quello di fidarsi troppo di gente...

Redazione Hellas1903

Avvicinare Nando Chiampan è avvicinare un pezzo di storia, e che storia, del Verona. Con quello che ha rappresentato per l'Hellas. Con quello che ha pagato

di suo, coi suoi errori (in particolare quello di fidarsi troppo di gente

considerata “amica”). Soprattutto, però, con i successi, grandi, di cui è stato fautore e

interprete, mai smanioso di prendersene i meriti. Capace di indebitarsi pur di

tenere a Verona Elkjaer, Di Gennaro, Tricella per continuare a far sognare una

città (poi se ne pentì, naturalmente...)

Signore d’altri tempi, vive quelli odierni sempre in

vicinanza all’Hellas e a quelli che nell’Hellas contano, come lui, un tempo. “Se

non ci fosse stato Martinelli, dopo Arvedi, sarebbe stato un grosso guaio per il Verona

dice. “Questi nuovi ancora non li conosciamo – aggiunge riferendosi a Setti –

ma pare che siano molto ben intenzionati”.

Parla all’inaugurazione della

sede che, all’interno del Bentegodi, è stata data all’associazione degli ex

gialloblù. “Bellissima – commenta – ci voleva. Lo scopo, nobile dell’associazione

è quello di aiutare gli ex calciatori caduti, per vari motivi, in difficoltà.

Sono tutti bravissimi: Nanni, Bagnoli, Fanna, Volpati e gli altri nel portare

avanti con serietà e concretezza l’iniziativa”.

Tante le foto d’epoca, ma se

provi ad annoverarlo tra i grandi protagonisti nella storia del Verona, lui

svicola. Per l’umiltà innata ma anche per quel macigno che ancora gli pesa

addosso. “Il fallimento, la cosa più brutta che potesse accadere, soprattutto

per la città”. Ma è un giorno di festa, parliamo dei ricordi belli, e ce ne

sono. “Mio padre fu presidente per otto anni dopo la guerra. Ricordo i

calciatori di allora, in particolare Pellicari, Tavellin, Pernigo, il portiere Lovo”.

E ai tempi dello scudetto a chi

era più affezionato? “A tutti! A quelli allora più emancipati e famosi come

Tricella, Fanna, Volpati, ma anche a persone che risaltavano meno, come

Fontolan e Ferroni. Tutte belle persone, oltre che ottimi calciatori. Siamo stati fortunati ad averli. Bagnoli

non l’ho detto, ma quello è sott’inteso”.

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