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HELLAS, PANDORO AL VELENO

0-1 nel derby , gol in fuorigioco di Paloschi. Gestione tragicomica di Saviola, ancora male Tachtsidis

Redazione Hellas1903

Male, Verona! Come lo scorso anno il derby d’andata si decide a fine gara, quando Paloschi, in netto fuorigioco, al minuto 38 insacca di testa il gol che vale i tre punti. All'errore dell'assistente, tuttavia, non ci si deve però attaccare troppo. Le scelte di Mandorlini non convincono, l’Hellas gioca in casa ma non fa correre rischi a Bizzarri, ed è l’avversario, pur impreciso, a provarci maggiormente e a giocare meglio. Sconfitta bruciante, dunque, quella di Natale, cui non mancheranno i risvolti polemici nei confronti di Gervasoni. Ma è dentro di sé che il Verona dovrà guardare, per capire le ragioni della malparata.

Il derby inizia sugli spalti, con dapprima ripetuti cori di quelli del Chievo, subito fischiati dalle truppe gialloblù. Setti è preso di mira. All’ingresso delle squadre, però, il boato che copre tutto il resto è della Sud. I butèi portano in testa un cappellino da muratore fatto con le pagine del giornale L’Arena. Arriva il Vescovo Mons. Zenti, accolto dal canto “Io credo risorgerò”.

La vera sorpresa in formazione è la presenza di Nenè al fianco di Toni. Lopez siede in panca, a nulla vale l’ormai trovata intesa con Toni. Confermato il 5-3-2 con Benussi in porta (promosso dopo la prova di Udine), Martic, Moras, Marquez, Rodriguez e Brivio dietro, Lazaros, Tachtsidis e Hallfredsson in mezzo, Toni e Nenè in avanti.

Il Chievo va col 4-4-2 con Meggiorini e Paloschi coppia offensiva. Arbitra Gervasoni difronte a 23 mila spettatori.

L’avvio è contratto, meglio il Chievo che cerca di dipanare gioco in avanti, ma il Verona non rischia. L’assenza di Lopez toglie vivacità all’attacco, Toni taglia bene dentro, l’Hellas cerca di verticalizzare. Dopo quattro minuti Gamberini cintura Toni in area, il rigore può starci ma Gervasoni lascia correre. Il Chievo è più bravo a far girare la palla e ha più linfa nelle gambe ma trova in Moras e Rodriguez dei baluardi rocciosi e difficili da superare. Tachtsidis per l’ennesima è lento a impostare e perde vari palloni. Davvero non si capisce l’incaponimento di Mandorlini nel consegnargli "a prescindere” le chiavi del centrocampo.

Nessun sussulto fino al 19’, quando Lazaros serve Martic sul fondo, il cross è bello, la rovesciata di Nenè spettacolare ma deviata in corner da un difensore. L’Hellas esce finalmente dal guscio. La gara è spigolosa, i clivensi non vanno per il sottile e alcuni interventi sono al limite del regolamento. Il primo giallo è però per Martic per fallo su Zukanovic. Brivio scende sul fondo al 27’, Bizzarri blocca il cross. Meggiorini e Paloschi si muovono molto, non danno punti di riferimento e cercano l’assist dal centrocampo, anche se Zukanovic spinge a sinistra. Di piedi buoni, tuttavia, se ne vedono pochi, da ambo le parti. Radovanovic scalda i guantoni a Benussi al 39’ da fuori. Al 40’ si alza Saviola a scaldarsi, piglia applausi anche se non si vede mai in campo, altro mistero per nulla svelato. Un duro intervento falloso  costringe Martic ad uscire al 44’, entra Gonzalez. Tachtsidis e  Radovanovic  baruffano e vengono ammoniti da Gervasoni. Stessa sorte per Marquez che falcia erba e uomo sulla sua trequarti al 45’. I nervi si tendono, ma il doppio fischio li manda a riposo.

Moras va a terra al 4’ della ripresa e impreca per un robusto intervento a suo danno, il Chievo prosegue nella linea dura. Saviola torna a sedersi in panchina, il suo lavoro di riscaldamento finisce presto. Si scalda Marques, al suo posto, che in verità più che prepararsi alla bisogna se la ride con Maxi Lopez a bordocampo. Meggiorini impegna Benussi con una botta di sinistro al 9’: bravo e attento il portiere gialloblù. Il Chievo preme e si fa pericoloso, la fascia destra del Verona traballa. Il primo cambio è del Chievo, Schelotto rileva Birsa al 13’. Maran preferisce piedi ruvidi ma agonismo. Moras troneggia dietro e salva la pelle ai suoi in più di un’occasione pericolosa. Entra Pellissier per Meggiorini al 20’, quando Moras viene buttato giù in contropiede ma Gervasoni non estrae un sacrosanto cartellino. Il greco è il migliore in campo, con Rodriguez è quello che incarna meglio lo spirito del derby. Nenè impatta bene di testa, la palla va alta di poco al 21’. Esce uno sfiancato Toni al 24’, entra Lopez. Gamberini lascia per Dainelli al 29’. Da rivedere un intervento in area di Marquez su Paloschi al 30’. 

Le squadre se la giocano sulle ali dell’agonismo, ma non ci sono pericoli dalle parti di Benussi e Bizzarri. Brivio, pur bravo nel posizionamento in avanti, non riesce ad alzare un pallone decente dal suo sinistro.

 

LA SVOLTA è in favore del Chievo, al minuto 38 quando Paloschi insacca di testa per l’1 a 0. Il gol è in fuorigioco ma il discutibile Gervasoni lo assegna su indicazione dell'assistente. Mandorlini mette Saviola al 40’ solo dopo il fattaccio, confermando una gestione tragicomica e umiliante dell’argentino. Lopez prova a pungere, ma perché non era fra i titolari? Il Verona ci prova, il Chievo traballa ma d’astuzia prende falli utili a far scorrere i minuti. Sono quattro quelli di recupero, Nenè conferma il suo rifiuto al gol di testa. Finisce così.

Peggiore in campo: Andrea Mandorlini, con le sue ottuse scelte che pesano non poco sulla sconfitta più bruciante dell’anno.

 

ANDREA SPIAZZI

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