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Il fattore Barak

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L'impatto del centrocampista ceco sul gioco del Verona, tra gol e versatilità

Michele Tossani

Fin dal suo arrivo nell’ultima sessione di mercato (in prestito dall’Udinese) Antonín Barák aveva acceso le speranze di un innalzamento del tasso tecnico della compagine gialloblù, soprattutto per chi aveva avuto modo di apprezzarne le qualità durante la seconda parte dell’ultimo torneo, che aveva visto il ceco vestire la maglia del Lecce.

Arrivato quindi alla corte di Jurić con buone aspettative, il 25enne centrocampista di Příbram sta per ora rispondendo alle attese. Nelle partite in cui è stato impiegato dall’inizio, Barák è andato a ricoprire la posizione di secondo trequartista del 3-4-2-1 disegnato dal tecnico croato.

I suoi compiti in fase offensiva sono quelli di legarsi all’altro no.10 e alla punta centrale ma anche a interno ed esterno di parte del centrocampo scaligero. Senza un centravanti di ruolo da 20 gol a stagione, a Barák viene chiesto di collaborare non solo in fase di rifinitura ma anche in quella di finalizzazione. Cosa che, contro il Benevento, gli è riuscita benissimo, come testimoniano le due reti realizzate.

La prima, bellissima, è giunta proprio a seguito di una buona costruzione da parte dell’Hellas, conclusasi con una combinazione a tre che ha visto protagonisti Kalinić, Zaccagni e appunto Barák, vale a dire tutto il tridente gialloblù.

La seconda, frutto di un esterno mancino di pregevole fattura, ha consentito ai padroni di casa di incanalare a proprio favore il risultato della partita. Una partita non facile, vinta contro una squadra come quella di Filippo Inzaghi, sempre pronta a creare densità centrale e a negare così spazi in zona di rifinitura (quella compresa fra le linee di difesa e centrocampo).

Sfruttando la propria mobilità il calciatore ceco è stato comunque in grado di farsi trovare alle spalle delle linee di pressione avversarie, così come di invadere l’area campana, tanto è vero che due dei quattro passaggi chiave ricevuti dall’ex Udinese sono avvenuti all’interno dei sedici metri difesi da Montipò, il portiere giallorosso.

L’idea quindi dovrebbe essere quella di creare più situazioni di tiro per Barák, in modo da riportarlo ai fasti della stagione 2017/18, quella cioè durante la quale il neo-veronese mise a referto ben 7 reti.

È ovviamente ancora presto per sapere se Barák arriverà a replicare (in termini realizzativi) quel campionato. Di certo, l’inizio è stato col piede giusto.

 

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