L’Hellas viene eliminato dal Varese
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Il grande alibi e il sogno sfumato
Bravo Verona, ma una gestione non ottimale ha fatto sfumare il sogno promozione
dopo una doppia sfida che ha visto i lombardi meritare il passaggio in finale.
Arbitro Massa a parte (gravissima e forse decisiva la sua scelta di non assegnare il rigore
al Verona) i gialloblù hanno pagato cara la brutta prestazione in gara1, figlia
di una squadra stanca e svuotata, che ha poi sì saputo trarre la forza dal suo
Bentegodi per sfoderare una prova di grinta e cuore, insufficiente
tuttavia ad imporsi sui lombardi.
Da tempo diciamo che il Verona il
suo campionato se l’è mangiato cammin facendo, sbagliando gare assolutamente
alla sua portata, e con un calendario favorevole rispetto alle concorrenti nel
finale della stagione regolare.
Volendo mettere il dito nella piaga
due, a nostro avviso, sono le componenti principali che hanno pesato sulla
mancata promozione diretta.
La prima è rappresentata dal “grande
alibi” che si è creato attorno all’ambiente . Ovvero il ribadire, quasi alla nausea, il concetto
che “comunque nessuno mai aveva pensato ad inizio campionato una stagione così
bella”, che “questa squadra sta dando più di quello che le era richiesto”.
Insomma, è passato anche nello spogliatoio l’idea che sì siamo forti, ma tanto
mica dobbiamo andare in A per forza. Evviva Pierre de Cuobertin. Legato a ciò
vi è stata l’incensazione senza se e
senza ma di Mandorlini, straordinario interprete della scalata dalla C alla B,
ma non altrettanto in grado di gestire una squadra che, dopo la vittoria di
Torino, aveva enormi possibilità di centrare la promozione diretta, e qui si
viene alla seconda fatale componente.
Tutti abbiamo visto il logorio
sempre più evidente di alcuni calciatori chiave. L’errore, grave, è stato
quello di farli giocare sempre e comunque. Gente come D’Alessandro, Lepiller,
Pichlmann, Russo e Mancini sono stati di fatto accantonati, giocando soltanto spizzichi
di gare, etichettati come panchinari fissi.
Altri come Hallfredsson, Gomez,
Tachtsidis, Ferrari sono stati spremuti come limoni, arrivando nel momento
chiave della stagione nettamente spompati, e, nonostante questo, chiamati a
essere decisivi in campo. Un errore di gestione, considerata la panchina
di lusso che vantava questo gruppo e che ha portato la società a non voler
sborsare ulteriori quattrini al mercato di gennaio.
Gli applausi alla squadra sono in
ogni caso doverosi. Neopromossa, ha disputato una stagione che ha dato grandi
emozioni ad una piazza dopo anni di pesante purgatorio. Meglio gestita, siamo
personalmente convinti che avrebbe però potuto centrare un obbiettivo ben maggiore,
quello vero, sfumato di fatto solo ieri, ma mancato ampiamente prima.
Ci piace chiudere con la frase di
ieri di Rafael, spettacolare protagonista della partita: “Riprendiamoci e
pensiamo a costruire un Verona ancora più forte per la prossima stagione”.Andrea Spiazzi
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