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Il grande alibi e il sogno sfumato

Bravo Verona, ma una gestione non ottimale ha fatto sfumare il sogno promozione

Redazione Hellas1903

L’Hellas viene eliminato dal Varese

dopo una doppia sfida che ha visto i lombardi meritare il passaggio in finale.

Arbitro Massa a parte (gravissima e forse decisiva la sua scelta di non assegnare il rigore

al Verona) i gialloblù hanno pagato cara la brutta prestazione in gara1, figlia

di una squadra stanca e svuotata, che ha poi sì saputo trarre la forza dal suo

Bentegodi per sfoderare una prova di grinta e cuore, insufficiente

tuttavia  ad imporsi sui lombardi.

Da tempo diciamo che il Verona il

suo campionato se l’è mangiato cammin facendo, sbagliando gare assolutamente

alla sua portata, e con un calendario favorevole rispetto alle concorrenti nel

finale della stagione regolare.

Volendo mettere il dito nella piaga

due, a nostro avviso, sono le componenti principali che hanno pesato sulla

mancata promozione diretta.

La prima è rappresentata dal “grande

alibi” che si è creato attorno all’ambiente . Ovvero il ribadire, quasi alla nausea, il concetto

che “comunque nessuno mai aveva pensato ad inizio campionato una stagione così

bella”, che “questa squadra sta dando più di quello che le era richiesto”.

Insomma, è passato anche nello spogliatoio l’idea che sì siamo forti, ma tanto

mica dobbiamo andare in A per forza. Evviva Pierre de Cuobertin. Legato a ciò

vi è stata l’incensazione senza se  e

senza ma di Mandorlini, straordinario interprete della scalata dalla C alla B,

ma non altrettanto in grado di gestire una squadra che, dopo la vittoria di

Torino, aveva enormi possibilità di centrare la promozione diretta, e qui si

viene alla seconda fatale componente.

Tutti abbiamo visto il logorio

sempre più evidente di alcuni calciatori chiave. L’errore, grave, è stato

quello di farli giocare sempre e comunque. Gente come D’Alessandro, Lepiller,

Pichlmann, Russo e Mancini sono stati di fatto accantonati, giocando soltanto spizzichi

di gare, etichettati come panchinari fissi.

Altri come Hallfredsson, Gomez,

Tachtsidis, Ferrari sono stati spremuti come limoni, arrivando nel momento

chiave della stagione nettamente spompati, e, nonostante questo, chiamati a

essere decisivi in campo. Un errore di gestione, considerata la panchina

di lusso che vantava questo gruppo e che ha portato la società a non voler

sborsare ulteriori quattrini al mercato di gennaio.

Gli applausi alla squadra sono in

ogni caso doverosi. Neopromossa, ha disputato una stagione che ha dato grandi

emozioni ad una piazza dopo anni di pesante purgatorio. Meglio gestita, siamo

personalmente convinti che avrebbe però potuto centrare un obbiettivo ben maggiore,

quello vero, sfumato di fatto solo ieri, ma mancato ampiamente prima.

Ci piace chiudere con la frase di

ieri di Rafael, spettacolare protagonista della partita: “Riprendiamoci e

pensiamo a costruire un Verona ancora più forte per la prossima stagione”.Andrea Spiazzi

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