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Il punto tattico, così il Verona ha battuto la Juventus

L'analisi di Michele Tossani sulla straordinaria vittoria dell'Hellas

Michele Tossani

Una vittoria di prestigio (che mancava dal 2016) al termine di un’ottima prestazione. Il Verona di Juric ha così imposto lo stop alla Juventus, riuscendo ad imporsi (2-1) con il proprio calcio fatto di pressione e duelli individuali.

Dal punto di vista tattico l’allenatore dell’Hellas ha presentato l’ormai consolidato spartito. Il Verona ha lasciato ai bianconeri il controllo del pallone (53% di possesso per la squadra di Sarri) cercando di dettare il contesto attraverso l’occupazione aggressiva degli spazi.

Contro il 4-3-3 fluido della Juventus del primo tempo (che in fase difensiva diventata un 4-4-2 con l’arretramento di Douglas Costa sulla linea dei centrocampisti), Juric ha accettato di difendere a schema puro (cioè tre contro tre) in difesa, a costo di rischiare di trasformare questa situazione in due contro due o uno contro uno sul movimento degli avanti bianconeri. E proprio da una situazione di transizione in uno contro uno è venuto il gol del vantaggio di Ronaldo.

Il vantaggio di rischiare situazioni di parità numerica a campo aperto è stato quello di disorganizzare la fase di costruzione juventina, costringendo spesso Bonucci e compagni a saltare il centrocampo con palle lunghe per Higuain a causa proprio del fatto che Rabiot, Pjanic e Bentancur erano marcati a uomo. Di conseguenza, soprattutto nei primi trenta minuti di gara, la Juve ha effettuato pochissime risalite palleggiate.

A questa situazione in fase di non possesso si aggiungeva quella della ricerca dell’ampiezza con palla ai gialloblù. Juric ha infatti preparato la partita chiedendo a Zaccagni e Borini di giocare nei mezzi spazi, in modo da costringere la linea difensiva della Juve a restare stretta con Cuadrado e Alex Sandro vicini a De Ligt e Bonucci.

Così facendo il Verona creava situazioni di superiorità numerica in fascia, delle quali potevano approfittarsi Lazovic (53 palle giocate) e Faraoni (58). Quando poi la ricerca dell’ampiezza avveniva tramite un cambio di campo, la Juve confermava le recenti difficoltà negli scivolamenti esterni.

Dopo un calo sul finire della prima frazione (del quale gli ospiti non riuscivano ad approfittare) il Verona ha iniziato la ripresa con una buona intensità, nonostante il fatto che la partita con i bianconeri facesse seguito alle fatiche del recupero infrasettimanale con la Lazio. A tal proposito è da sottolineare come i gli scaligeri ieri, rispetto alla partita dell’Olimpico, abbiano prodotto meno in termini di velocità media (-0.3 km/h) e sprint (-0.215 km) anche se alla fine hanno percorso una distanza maggiore (+0.745 km), anche in virtù del minor possesso registrato contro i biancocelesti (-2%).

Il gol subito sembrava poter indirizzare la gara a favore della compagine di Sarri. Invece la Juventus non è riuscita a consolidare il possesso in zone più avanzate di campo, allungandosi (26.45m di media) e creando meno rispetto ad un Verona che non è stato pulitissimo tecnicamente (appena il 78.3% di passaggi completati) ma che ha finito per sporcare anche il possesso avversario (80.2% di precisione nei passaggi, un dato basso per una squadra come la Juve).

Alla fine quindi un successo meritato per la squadra di Juric, sempre più lanciata in questo sorprendente campionato.

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