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Il Verona sparisce nella nebbia, derby al Vicenza ma gialloblù ancora primi

1-0 al Menti, Hellas mai convincente e in crisi di identità

Andrea Spiazzi

"La nebbia nasconde solo per un tempo la pessima gara del Verona a Vicenza, poi si accanisce al Menti dove i biancorossi vincono grazie al gol di Galano al 24’ della ripresa. I gialloblù di Pecchia restano primi in classifica perché il Frosinone perde e il Benevento pareggia. Ma non è questo il punto. La squadra non gira più e conferma solo quanto di negativo stia avvenendo da un mese e mezzo in casa gialloblù. E pensare di restare primi così è pura utopia.

"Il gruppo di Pecchia, se può ancora definirsi tale, offre uno spettacolo ridicolo e scoraggiante, con alcuni giocatori che andrebbero sparati in tribuna o fuori rosa invece che confermati ogni volta senza se e senza ma: Romulo e Siligardi su tutti. La personalità chiesta dall’allenatore non si è vista, il Verona è stato messo sotto dalla penultima della classe che ha lottato con l’agonismo e la voglia di vincere.

"Squalificati Pisano e Pazzini, Pecchia tiene il 4-3-3 con Zaccagni terzino destro, accanto a lui Bianchetti, Caracciolo e Souprayen. Turno di riposo per Bessa, a centrocampo ci sono Romulo, Fossati e Valoti. In avanti Siligardi, Ganz e Luppi.

"Il Vicenza risponde con Benussi in porta, Pucino, Adejo, Esposito e D’Elia i quattro difensori, davanti a loro Urso e Rizzo, poi Vita, Bellomo e Giacomelli dietro a Galano.

"AVVIO DI LOTTA, ROMULO SPRECA, IL VICENZA METTE PAURA

"Un destro di Luppi dal limite spaventa Benussi al 7’. Il Vicenza  parte con foga, il Verona risponde alzando subito il baricentro. Sono in 12 mila al Menti, 1800 i veronesi che subito si pizzicano con gli storici rivali. In campo il gioco è spezzettato, non mancano interventi rudi, i biancorossi vanno in pressing.

"Romulo ciabatta sul fondo dopo un contropiede lanciato da Ganz al 15’ e spreca una ghiotta occasione per il vantaggio. Il Vicenza risponde al 25’ sfondando a sinistra con Giacomelli. La palla giunge a Vita il cui tiro a pochi metri da Nicolas sbatte sul corpo di Souprayen. L’aggressività dei biancorossi limita sul nascere il gioco del Verona che fatica con un impreciso Romulo e con uno spento Fossati, che finisce sul taccuino di Nasca assieme a Valoti. Siligardi è impreciso e i padroni di casa mettono in affanno l’Hellas, pur non creando grandi pericoli.

"RIPRESA, ARRIVA LA NEBBIA

"La ripresa inizia con lo stesso copione: Vicenza aggressivo, Verona sperduto oltre la propria metà campo. Attorno al decimo minuto inizia a calare la nebbia. Il gioco è spigoloso, la gara brutta e senza colpi d’ala. Nasca sospende la partita al 13’, qualche minuto dopo la fa riprendere perché il banco di nebbia sembra spostarsi, ma si vede pochissimo anche per colpa di alcuni fumogeni. Nasca ferma ancora tutto al 14’, poi via di nuovo. Entra Bessa al posto di Luppi. Siligardi sfiora il palo al 18’. Si prova col pallone giallo fluo.

"Zaccagni se ne va a destra al 22’ ed effettua un tiro-cross che Benussi respinge, arriva Romulo che calcia alle stelle confermando la pochezza della sua irritante prestazione.

"VICENZA IN GOL CON GALANO, REAZIONE NULLA DEL VERONA

"Al 24’ minuto il Vicenza passa. Da una confusa azione in area sbuca Galano che con un tiro a giro beffa Nicolas. La pochezza del Verona è clamorosa, Ganz non si vede, Siligardi gioca da pensionato. Zuculini rileva Valoti al 26’. La reazione gialloblù c’è ma è caotica e per nulla organizzata. I biancorossi vanno vicini al raddoppio al 34’ ancora con Galano, la palla è deviata in angolo. Sul corner Nicolas salva la porta su un colpo di testa di un vicentino nella nebbia.

"36’: Cappelluzzo sostituisce un indecoroso Siligardi. Romulo non riesce ad alzare due palloni da corner consecutivamente, poi calcia alto una punizione da posizione più che invitante. Zuculini corre, e questo è già qualcosa. Il Vicenza spazza in out e non fa nemmeno molta fatica. Non servono a nulla nemmeno i cinque minuti di recupero. Nasca fischia la fine, il Verona soccombe, e male, confermando l’inversione di tendenza rispetto alle prime tredici gare di campionato. Altra dura lezione, e iniziano a essere troppe.

 

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