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Ma il Verona è forte

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Col Torino una sconfitta immeritata. Adesso l'Hellas si deve rialzare

Lorenzo Fabiano

Rabbia e consapevolezza. È la commistione di sentimenti che ti avvinghia dopo una partita balorda come quella di Torino. Ivan il Terribile l’ha portata a casa con un uomo in più e mezzo tiro in porta. Di terribile il suo Toro ha davvero poco, affari suoi. Interessa francamente poco. Ha fatto la sua scelta, amen. Storia trita e ritrita. L’ha spuntata grazie a una palla sporca, come si dice oggi, diciamo pure con un gol de scarafòn, che ci piace di più e soprattutto suona meglio. È il calcio, ragazzi, brutta bestia. A Venezia l’abbiamo ribaltata andando oltre l’impossibile, a Torino no. Ma ci è mancato davvero poco, perché la nostra è una squadra che non molla mai. Mai. Parliamo di una partita segnata da una pacchiana sciocchezza di Magnani sullo zero a zero. Lo abbiamo lodato tante volte, il Giangiacomone. Ora va dritto dietro la lavagna. Non ce ne voglia, ma tant’è.

 

Una mezz’ora di nulla con due squadre a specchio, intenta l’una a non far giocar l’altra. Scienza esatta del pallone. Poi quell’episodio ha girato tutto. E paradosso dei paradossi, ma il saggio Nils Liedholm lo sottolineava spesso, la squadra in dieci ha preso il sopravvento sull’altra in undici. In campo nella ripresa, c’era solo il Verona e al Torino è tremato tutto. I ragazzi hanno messo cuore, gamba, e spada. Cosa chiedergli di più. Non hanno trovato la stoccata giusta per centimetri, e il punto, ma anche di più, se lo sarebbero non meritato, ma strameritato. È andata male, e ci fa rabbia. E parecchia, perché un dispettuccio al tigrotto spalatino chi non avrebbe goduto a farglielo. Il calcio è fatto anche di cattivi pensieri, purché sani, tuttavia. E questo sano lo era. Andiamo oltre: due partite ben giocate, contro Atalanta e Torino, non ci hanno fruttato nulla.

 

Viene da dire: giochi bene, e tu ti prendi i complimenti, gli altri la posta piena. Riduttivo, nonché sbagliato. A casa qualcosa portiamo, e pure importante. Molto importante. È la consapevolezza che questo Verona è forte, ha un’anima e se la gioca con tutti, anche in dieci in trasferta. È roba di cui andare orgogliosi. A testa altissima. Proseguendo su questi binari, torneranno anche i punti, come erano venuti sin qua. Sappiamo tutti come nel calcio a volte giri bene, altre no. Ora gira male. E ci sta. Dobbiamo però ripartire dalla serata di Torino, con le nostre certezze. Belle solide. A cominciare dalla partita con la Fiorentina di mercoledì. Durissima. Ma questa è una squadra di valori, capace di tutto. E ci proverà a far girare il vento. Forza Verona, rialzati, che la forza dentro di te ce l’hai. E tanta.

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