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Torna presto, grande Pawel: Verona ti aspetta

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Dawidowicz fuori per il resto della stagione, che botta per l'Hellas. L'affetto di tutti per lui

Lorenzo Fabiano

Rottura del crociato del ginocchio destro. Poco da dire, semmai molto da ridire e imprecare. Pawel Dawidowicz sarà operato oggi a Roma, presso la clinica Villa Stuart, dal professor Mariani, il numero uno delle ginocchia. In mani migliori non poteva finire. Almeno questo, perché in quanto a iella peggio non gli poteva andare al nostro fante polacco, rimasto azzoppato nell’ultimo spicchio del pazzo pomeriggio di Venezia. Si era capito la faccenda fosse seria, lui ha come sempre stretto i denti, sul gambone gli hanno applicato un bendaggio da Grande Guerra, ed è rimasto sulla linea del Piave con la baionetta tra i denti e un ginocchio spezzato. Un omaggio allo stoicismo. Tudor non aveva più cambi: meglio Pawelone zoppo che rimanere in dieci.

 

xAbbiamo pregato la Madonna di Częstochowa perché facesse il miracolo e ci dicesse che non era vero. E invece nemmeno lei ha potuto fare qualcosa. Il nostro fante polacco ha fatto crac. Questa proprio non ci voleva, è una perdita enorme per la nostra difesa e non solo. Raramente ci è capitato di vedere un giocatore crescere e migliorare anno dopo anno le proprie prestazioni (sì, anche tecnicamente) con la costanza e la regolarità di Pawel Dawidowicz. È duttile e all’occorrenza può anche giocare da centromediano quale argine davanti alla difesa (Juric più di una volta lo ha piazzato lì). Ma sopratutto è uno che non molla mai, conosce i suoi limiti e si fa il mazzo per andarvi oltre, dando tutto, ma proprio tutto, quello che ha. E se può, anche di più. Un esempio e oro colato per un allenatore. Se ne è accorto anche Paulo Sousa, ct della nazionale polacca, che lo ha ormai inserito in pianta stabile nel gruppo di Lewandowski e compagnia. A marzo non lo avrà a disposizione nel playoff mondiale contro la Russia. Così come non lo avrà Igor Tudor fino alla fine della campionato. Stagione finita, lo ritroveremo in estate nel ritiro di Mezzano di Primiero.

 

Di quanto incida un giocatore così,  se ne sono accorti anche i tifosi del Verona. All’inizio storcevano il naso, si sentivano i mugugni al Bentegodi quando la palla rotolava tra i suoi piedoni. Sgraziato con quelle lunghe leve chi ruotano e volteggiano come le pale degli elicotteri,  legnoso come un Playmobil. Ma che mai gli vuoi dire a un cuor di leone che in campo sputa anche l’anima. E allora, al cuore si risponde col cuore: ed ecco che oggi Dawidowicz è un beniamino della tifoseria. Fischi e rimbrotti trasformati in applausi e ovazioni per un metallurgico del pallone, uno che lotta con sudore e sacrificio e ce la fa. Una manna per il tifoso del Verona, che quello spirito da sempre lo vorrebbe vedere in ogni suo giocatore. L’anima avvolta nel calore di una maglia gialloblù. Dai, torna presto nostro fante polacco, che di quelli come te qui abbiamo un gran bisogno. Ti aspettiamo e non vediamo l’ora di riabbracciarti. Tanto affetto te lo meriti, sappilo.

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