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Indimenticabile Aruta: con lui una squadra di San Marino avanza in Europa

Nel 1998 fu "idolo" dei tifosi del Verona per un giorno, quando giocava nel Pescara. Ora è il mito della Tre Fiori

Redazione Hellas1903

Dalla Curva Sud salì un coro sempre più intenso, scandito da migliaia di voci: "Aruta! Aruta! Aruta!". E poi, sillabando le esclamazioni: "A!-ru!-ta!".

Era domenica 1 marzo 1998 e il Bentegodi aveva trovato un "idolo" tanto improvviso quanto improvvisato. Sossio Aruta non giocava nel Verona. Era un avversario dell'Hellas, vestiva la casacca del Pescara e a 16' dalla fine prese il posto di Tisci.

La partita era incanalata verso un agevole successo gialloblù: 2-0, gol di Giunta e Ghirardello, in una stagione di Serie B comunque mogia per il Verona, partito con grandi ambizioni ma poi incapace di raggiungere i risultati auspicati con la guida di Gigi Cagni (non passarono molte settimane prima che il tecnico venisse sostituito da Sergio Maddè).

Tant'è, sugli spalti, in un'annata bislacca, c'era una gran voglia divertirsi. L'ingresso di Aruta, per qualche stramba dinamica, scatenò l'entusiasmo dei tifosi dell'Hellas. Quell'attaccante dai colpi non propriamente eleganti e con i piedi che non parevano essere stati baciati dalle divinità del pallone aveva una generosità imponente. Si buttava ovunque, sebbene la gara fosse ormai più che in archivio. Il suo furore agonistico fece breccia nella fantasia del pubblico.

Ogni scatto di Aruta veniva accompagnato da cori e incitamenti. Alla fine dell'incontro, nello scroscio generale di applausi (per lui, ben più che per la vittoria del Verona), il giocatore  del Pescara fu chiamato a gran voce: "Sotto la Curva! Aruta sotto la Curva!". Euforico, iniziò a correre per raccogliere l'abbraccio atteso, ma Fabrizio Cammarata, ex gialloblù - sarebbe tornato all'Hellas nel giro di pochi mesi - gli spiegò il senso ironico di quei festeggiamenti.

Poco cambiò. Negli spogliatoi, Aruta dichiarò che passare al Verona sarebbe stato un sogno. La sua carriera non gli ha più dato l'opportunità di incrociare i gialloblù, ma le soddisfazioni non gli sono mancate, per quanto colte nelle categorie minori.

Una valanga di gol che non smette di crescere, quella accumulata da Aruta, reso noto dalle comparsate in trasmissioni tv come "Campioni, il sogno" e "Uomini e donne". Stasera è entrato nel mito del calcio di San Marino. A 47 anni è stato tra i protagonisti del passaggio del primo turno preliminare del Tre Fiori, formazione dello stato del Titano, in Europa League.

Non era mai accaduto prima. Il Tre Fiori ha eliminato i gallesi del Bala Town, che stasera hanno vinto in casa per 1-0, ma che all'andata erano stati sconfitti per 3-0. Aruta, nelle due sfide, è stato schierato per 4' totali (l'età non fa sconti e il tempo passa per tutti...), ma una leggenda lo è eccome.

Un avvenimento senza precedenti. E, per chi vide quella partita del Verona con il Pescara, viene naturale intonare quel coro scherzoso e coinvolgente: "Aruta! Aruta! Aruta!.

M.F.

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