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Inizia un’altra storiA, in bocca al lupo a Ivan Juric

Getty Images

Scelto l'allenatore croato l'Hellas dovrà costruire una squadra all'altezza

Andrea Spiazzi

Notizia certa che abbiamo dato già da alcuni giorni, ora è ufficiale l'arrivo del nuovo allenatore del Verona, il croato Ivan Juric. Tra la gente (e la stampa) ci sono i favorevoli (o quantomeno i non belligeranti) e i contrari.

Dopo Malesani, e quindi con Setti, l'Hellas ha sempre avuto, nel primo anno di A, allenatori dal curriculum che non brillava certo né per esperienza, né per risultati. Andando a ritroso peschiamo solo Delneri con le “carte in regola”. Pecchia era un debuttante (con una squadra a costo zero con cui la salvezza era chiaro fin da subito che sarebbe stata un'impresa da iscrivere al Guinnes), e anche Mandorlini si accingeva alla massima serie con una media punti personale in A ben al di sotto della salvezza. Bravo lui e la squadra che gli fu costruita (certamente all'altezza) a fare bene per due anni, per poi crollare nel terzo. I numeri, spietati, dicono che Aglietti la A non l'ha mai fatta da allenatore, e anche Juric non se la passa troppo bene. Il primo anno di Genoa (2016/17), dopo essere stato sollevato a torneo in corso (arriva Mandorlini) l'allenatore di Spalato viene richiamato e ottiene la salvezza: è l'unica annata conclusasi positivamente. La stagione successiva è esonerato dopo 6 punti in 12 gare. Richiamato nel torneo scorso al posto di Ballardini, con lui il Genoa fa tre punti in 7 partite e arriva un altro esonero (Prandelli centra poi la salvezza per un soffio).

Questi i fatti. Aglietti meritava per quanto fatto una chance in A? Il cuore dice sì. Così non è stato, a molti dispiace, ma ora non resta che vedere Juric al lavoro.

Sia chiaro un concetto però: che fosse stato Aglietti, o che ora sia Juric nulla conta se la società non provvederà a costruire una squadra all'altezza, invertendo di brutto la tendenza di due anni fa, quando Fusco dovette riparare i guai finanziari imbastendo, giocoforza, un team di molte scommesse e poche “certezze”.

Né Aglietti, né Juric, infatti, potrebbero condurre al porto sicuro un gruppo che non fosse in grado, già sulla carta, dato che solo Gesù trasformava l'acqua in vino, di arrivare all'obbiettivo. Che sarà, ancora una volta, tutto da sudare in un campionato che si preannuncia di fuoco.

L'allenatore del Verona, a molti piace e a molti no, è Ivan Juric. In bocca al lupo a lui, dunque, perché possa riuscire nell'impresa (giusto chiamarla così se si vuol essere realisti) di centrare la salvezza.

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