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Kalinic, Verona per essere ancora grande

Determinante a Firenze, con Milan e Roma ha inciso di meno, co l'Hellas può tornare a volare

Michele Tossani

Con l’acquisto di Nikola Kalinic il Verona ha completato la formazione del reparto offensivo per affrontare il resto della stagione.

Che tipo di giocatore arriva alla corte di Ivan Jurić? Dal punto di vista tecnico e tattico, il 32enne attaccante croato è giocatore in grado di giocare bene con i piedi e anche bravo ad utilizzare la propria stazza (186cm per 78kg) per difendere palla e permettere così alla squadra di risalire il campo.

Un giocatore quindi abbastanza associativo, in grado di legare il gioco con i compagni, ma non una macchina da gol se è vero che ha realizzato appena 13 reti nelle ultime tre stagioni, distribuite fra Milan, Altetico Madrid e Roma.

Il meglio di sé Kalinić lo ha dato nel biennio trascorso alla Fiorentina (2015-17) quando, sotto la guida di Paulo Sousa (che lo aveva espressamente richiesto, facendolo prelevare dagli ucraini della Dnipro) il croato si era imposto come uno dei giocatori rivelazione del campionato, a suon di buone prestazioni e gol (27 in 69 presenze).

Tuttavia, da lì in poi non si è più ripetuto. Sui Navigli, sponda rossonera, l’attaccante non ha confermato quanto di buono mostrato in viola e non ha ripagato i 30 milioni spesi dalla dirigenza milanista per assicurarsi le sue prestazioni.

Anche con colchoneros e giallorossi le sue prestazioni hanno lasciato a desiderare. Vedremo quindi come andranno le cose al Bentegodi. In gialloblù Kalinić avrà il vantaggio di trovare un allenatore suo connazionale e quello di giocare in una squadra con meno pressioni e nella quale non gli sarà chiesto di risolvere le partite da solo. In questo senso, se saprà ritrovare un contesto tattico e psicologico adeguato, il croato potrebbe riuscire a ripetere almeno in parte la stagione di Firenze.

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