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Legge sugli stadi, il governo accelera

Anche il Verona ha il suo progetto. Previsti snellimenti burocratici e contributi per la costruzione di nuovi stadi di proprietà

Redazione Hellas1903

Una legge per venire incontro alle casse, ormai svotate, del calcio italiano attraverso la costruzione di nuovi stadi di proprietà che possano creare un grande ritorno economico derivante dai servizi offerti attorno all'opera. Un'idea che stuzzica non poco anche il presidente del Verona Martinelli, che da tempo ha presentato un progetto in tal senso. Se ne parla da anni ma ora il provvedimento sembra ad una svolta, come ha oggi dichiarato il ministro dello Sport, Piero Gnudi: "Ora la legge è passata da uno dei due

rami del Parlamento e deve tornare al Senato – dice –. Penso che in pochi giorni o settimane dovremmo chiudere,

se ci riuscissimo sarebbe un grande risultato". Claudio Barbaro, relatore del provvedimento ha dichiarato ad Adnkronos: "La Juventus ci ha messo 10 anni a costruire lo stadio. Con la nuova legge si può snellire tutto”.

Un provvedimento che provocherebbe un movimento economico potenziale

calcolato sul miliardo di euro, considerato che la legge fa leva sullo

strumento urbanistico. “Oggi non vedo che il mondo dello sport possa produrre risultati di questo tipo”, puntualizza Barbaro. Punti chiave della manovra saranno il «Piano triennale di intervento straordinario» che prevede, “nei

limiti delle risorse disponibili, la concessione di contributi

destinati all’abbattimento degli interessi sul conto capitale degli

investimenti. A tal fine è istituito presso la presidenza del Consiglio

dei ministri un fondo”, e il la nuova definizione di stadio, cioè “l’impianto

sportivo, purchè di almeno 10.000 posti a sedere allo scoperto e di

7.500 posti a sedere al coperto, con parti destinate alle attività

culturali e commerciali della società sportiva, fra le quali le attività

di vendita dei propri prodotti e dei propri servizi, l’eventuale sede

legale e operativa, il museo ed altri locali destinati ad attività di

ristoro, di ricreazione e di commercio. Inoltre il complesso

multifunzionale può comprendere tra le varie cose altri impianti

sportivi, attività ricettive, di svago, per il tempo libero, culturali e

di servizio, nonchè eventuali insediamenti residenziali o direzionali

tali da valorizzare ulteriormente il complesso, anche con riferimento

agli interessi pubblici di riqualificazione urbana”.

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