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L’IMPORTANZA DI UNA PARTITA

Il derby di sabato spartiacque emotivo della stagione

Matteo Fontana

Non è, né sarà mai, quella con il Chievo, una partita normale. Chi lo pensa o è un gonzo oppure ci fa. Proprio per questo, sabato, sarà una gara che il Verona non potrà sbagliare. Non nell’atteggiamento, non nei modi e nelle maniere. In questi casi non conta chi hai o chi non hai. Il Chievo in crisi profondissima, due anni fa, stordì l’Hellas, lanciato nelle zone alte della classifica di Serie A. Giocò una gara accortissima, nulla concedendo a un avversario che era, in quel momento (e lo sarebbe stato per tutta la stagione, dato che il Verona chiuse a + 18 in classifica), largamente superiore. Poi vinse anche con il Sassuolo e col Livorno, gettando le basi per una salvezza soffertissima ma da cui poi è ripartito, sia pure, all’inizio, a rilento, un altro ciclo. Uno spartiacque emotivo. Lo stesso che affronta l'Hellas sabato.

Il Verona, ora, è in crisi. Pesano molto le assenze, ma, non l’ha negato il “saggio” Vangelis Moras domenica dopo la sconfitta con la Lazio, c’è bisogno, proprio per questo, di essere ancora più squadra. Di fatto, nell’undici titolare dell’ultimo turno, visto che Filip Helander ha sostituito Rafa Marquez offrendo una prestazione a tratti sontuosa, l’unico forfait reale, e senz’altro gravissimo per gli equilibri gialloblù, era quello di Luca Toni. Che domani, pur non potendo essere in campo sabato, e così per per altri due mesi, parlerà in conferenza stampa. Uno e trino, per l’Hellas, il numero 9: giocatore di imponente rilevanza, presenza carismatica nello spogliatoio, attitudine dirigenziale, visto che sarà lui a caricare gruppo e ambiente prima del derby, mentre il board del Verona ha scelto di non rilasciare dichiarazioni in questa fase delicata.

Perché delicata, poi, la partita con il Chievo lo è. Perché è diversa dalle altre, perché la rivalità è cresciuta a suon di contese per simboli e colori, perché, seppure tanti tifosi del Verona snobbino quelli che chiamano “nessuno” o peggio, e che lo stesso presidente Maurizio Setti, intervenuto in una trasmissione Rai, l’anno passato, disse di non considerare, se l’Hellas perde i giorni che seguono sono fatti di sonori giramenti di ammennicoli.

E per questo il Verona non può permettersi di fermarsi ai problemi che ci sono, obiettivamente, ora. Deve fare di più, deve andare oltre i propri limiti. I derby, da che mondo è mondo, sono fatti così.

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