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Mandorlini, con il Livorno è sempre tensione

L'astio tra l'ambiente amaranto e il tecnico gialloblù dura da un decennio

Redazione Hellas1903

Non si sopportano, Andrea Mandorlini e il Livorno. Storie vecchie, ruggini mai assorbite di un duello al vertice, nel campionato di C1 datato 2001-2002, ai tempi in cui l'attuale tecnico dell'Hellas era allo Spezia.Una sfida per il primo posto e la promozione diretta pieno di botta e risposta pepati, fino all'epilogo, quello che ha lasciato strascichi che perdurano ancora oggi e che, ogni volta che Mandorlini va al Picchi, comportano tensioni, cori beffardi e insultanti verso l'allenatore e un contorno "caldo".Era il 7 aprile del 2002, lo Spezia andava a Livorno a giocarsi una fetta di campionato, a un mese dalla fine del campionato, con i toscani, guidati in panchina da Osvaldo Jaconi e in campo trascinati dai gol di Igor Protti, avanti di quattro punti sui liguri, secondi.Davanti ai 15mila dell'Ardenza lo Spezia disputò una grande partita, schierato in modo impeccabile da Mandorlini: in vantaggio con un gol di Francolino Fiori (vedi link gol Fiori Livorno Spezia), la vittoria arrivò con un 1-0 che fece saltare i nervi ai giocatori del Livorno, che finirono in nove, e anche Protti fu espulso, con Fanucci, per una gomitata a Dall'Igna che gli costò tre giornate di squalifica. Piovani, al fischio di chiusura, si avventò contro Mandorlini spintonandolo.A quattro turni dalla fine, un macigno per gli amaranto, avanti di un punto in classifica (61 contro 60) ma a rischio di cadere in crisi viste le assenze. Ma poi il Livorno vinse a Monza e Protti si vide ridurre di un turno lo stop, rientrando in tempo per essere decisivo. Alla penultima di campionato, il 28 aprile, proprio Protti, a 3' dalla fine, con lo Spezia che aveva sorpassato provvisoriamente i toscani battendo agevolmente il Padova, siglò il 2-1 in trasferta a Treviso. E all'ultima giornata il verdetto fu promozione per il Livorno, playoff per la squadra di Mandorlini, che poi, in semifinale, fu eliminata dalla Triestina.Passati gli anni, Mandorlini non nasconde l'amarezza per quel che accadde all'epoca: "La promozione del Livorno si spiega con il clima di quel periodo. Come si è capito per le inchieste successive, quello era un calcio malato. Bergamo, uno dei capi degli arbitri, era livornese. Lo Spezia meritava la B ma fu penalizzato da scelte che nulla avevano a che vedere con il campo".Il livore dei livornesi verso Mandorlini continua, ricambiato dal diretto interessato. E anche sabato prossimo, all'Ardenza, il quartiere che ospita lo stadio degli amaranto, si annunciano scintille.M.F.

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