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Mercato Verona, è una rosa pienamente all’altezza

Foto Hellas Verona

La squadra ha centrocampo e attacco più forti dello scorso anno

Andrea Spiazzi

Oggi salutiamo Mattia Zaccagni, che lascia il Verona dopo Silvestri, Lovato e Udogie e i prestiti tornati alle basi.

La partenza di Zaccagni era scritta da tempo. Niente rinnovo significa vorrei andare, please. Poi se la Lazio avesse preso Kostic Zaccagni sarebbe rimasto. Si giocava sul filo. Amen, così doveva andare. Il Verona incassa, e non è male. Incassa anche perché parecchio ha speso (non scordiamoci i 13 milioni dei riscatti obbligatori oltre ai nuovi acquisti), e prossimamente faremo il bilancio.

Fermiamoci ora sull'aspetto tecnico. L'Hellas prende un vero attaccante che da anni aspettava, Giovanni Simeone. Al posto di Zaccagni arriva Caprari, non uno sconosciuto, che lo scorso anno ha fatto 5 gol come Zaccagni, ma in meno presenze. Si è perso (era scontato) Dimarco ed è arrivato Frabotta. Chi lo ha seguito e lo conosce sa che è bravo e ha ottime potenzialità. Montipò può fare bene, certo l'eredità di Silvestri non è leggera. Sono poi arrivati Sutalo in difesa mentre addirittura più forte dello scorso anno risulta il centrocampo, con l'innesto di Hongla. Potrà essere un vero colpaccio aver preso Ilic, e ce lo auguriamo di tutto cuore. Se, poi, era in avanti che il Verona deficitava, a Kalinic e Lasagna si sono aggiunti, appunto, Simeone e Caprari. E attenzione, si ha un Cancellieri, jolly del reparto, in rampa di lancio. Sulla qualità di quelli rimasti non c'è nemmeno da discutere, parla quello che si è visto.

La palla ora passa a di Di Francesco, che per ora ha raccolto solo complimenti. Crepe difensive da sistemare. Un attacco nuovo tutto da imbastire ma con ottime potenzialità, visti gli ultimi arrivi. Punti da fare, presto. E si sa.

Ci si è salvati, alla grande, negli ultimi due anni anche "senza" attaccanti. Ma soprattutto con nessun indispensabile. Non è partito CR7. D'Amico ha lavorato bene, nelle possibilità del club, pensando al presente e al futuro, con numeri di denari in entrata e uscita nemmeno lontanamente immaginabili per un club come il Verona pochi anni fa. Non a caso i detrattori del ds, che inizialmente lo burlavano e denigravano pesantemente, ora gli battono le mani. Sconfitti dai fatti.

L'Hellas ha certamente una rosa alla portata dell'obbiettivo, la salvezza. Sta solo a DiFra cavarne il meglio.

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