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Metti un Martinho nel motore

Il brasiliano con la Reggina ha mostrato il suo talento purissimo. Ora cerca spazio ma avrà una folta concorrenza

Redazione Hellas1903

Una buona fetta di merito per la vittoria con la

Reggina è sua. Raphael Martinho è già una garanzia per il Verona di Mandorlini.

Talento, intelligenza, velocità, potenza nel tiro. Ancora?  Saper mettersi a disposizione, il sorriso

sulle labbra, la voglia di emergere. Non basta? Maturità superiore ai suoi 24

anni, faccia pulita, grinta e gioia di vestire il gialloblù. Una botta di vita,

insomma. E fermiamoci qui, per ora. Perché il ragazzo brasiliano di Campo

Grande, portato in Italia dal Catania nel 2010, ne farà vedere ancora delle

belle.

Già nelle amichevoli estive Mandorlini ebbe, fin

dalla sua prima apparizione, parole di elogio per lui. Fatto raro, perché il “Mandorla”

non ama parlare dei singoli.

Finita la partita lo vedi sempre percorrere il

tunnel del Bentegodi col connazionale Jorginho. Con lui ha firmato, sabato

sera, un centrocampo brasilero atipico. La classe certo, ma anche tanta

razionalità nelle giocate, mai il cercare il colpo ad effetto fine a se stesso.

Certo, il tunnel di Martinho nella ripresa al malcapitato terzino opposto

amaranto, è stata roba per palati sopraffini.

Il sudamericano si è fatto, quindi, conoscere da

subito. A lui puoi affidare l’intera fascia sinistra. Che operi da terzino,

mezzala o esterno d’attacco la prestazione è garantita. Già, ma come la

mettiamo con la concorrenza? In basso facile che ci sarà Cacciatore, in avanti

addirittura Rivas rischia il posto a vantaggio di Bojinov (considerando Gomez

inamovibile dagli 11). E lì in mezzo dove tanto bene ha fatto sabato? Beh, a

sinistra solitamente opera un certo Hallfredsson, che quando è in forma sarebbe

da pazzi lasciarlo fuori. Sappiamo, però, che il buon Emil qualche pausa in

campionato, specie nei mesi caldi, ce l’ha. In più vi è l’esperienza dello

scorso anno quando, arrivato spompato alla fine perché sempre in campo senza se

e senza ma, risultò poco utile alla causa nelle gare che contavano. Il tourn

over, specie nel lunghissimo campionato cadetto, ci vuole anche per i migliori.

Martinho, quindi, restando il 4-3-3, spesso dovrà

attendere ai box, pronto, però, a far rombare il motore e a prendersi lo spazio

che ha già dimostrato di essersi guadagnato.

 

A.S.

 

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