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NOSTALGIA CANAGLIA. OVVERO: QUANTO MANCA SEAN SOGLIANO

L'ex ds gialloblù lascia il Carpi. Una riflessione

Benny Calasanzio Borsellino

Che Sean Sogliano fosse un uomo dagli attributi geometricamente definiti, prima ancora che un eccellente professionista sportivo, lo sapevamo tutti e ne erano convinti anche i suoi detrattori, oggi festanti, che gli hanno portato via il Verona senza ragione addurre. Ma la decisione di dimettersi dalla direzione sportiva del Carpi, in seguito all'esonero del "suo" allenatore Beppe Sannino, ci ha rinfrescato la memoria su cosa il Verona abbia perso per ragioni che poco hanno a che fare con gli interessi della città e dei colori Gialloblù. E ci ricorda che in calcio di pavidi, opportunisti e truffatori, qualche uomo ancora esiste.

Sì, si tratta di nostalgia canaglia. Perché se è vero che nel calcio, più che in altri ambiti, i "se" e i "ma" non hanno mai trovato alloggio (ed è giusto così), è vero altresì che la fantasia non può avere zavorre nemmeno nella Verona in cui, ci dicono, bisogna stare uniti e non criticare. E allora io me lo immagino il Verona di oggi con Sogliano direttore sportivo. Immagino la gioiosa macchina che discreti lutti addusse anche a squadroni come Juventus e Napoli, che entusiasmò l'Italia dei sognatori grazie alla perfezione della sua storia: tifoseria esemplare, stadio pieno e squadra vincente. Ecco, quella macchina la immagino semplicemente spostata in avanti di un anno. Con intatto il quadro tecnico e societario: ognuno fa il suo, con un rappresentante societario che fa il presidente, un direttore generale che fa il direttore generale e un ds con la briglia lenta se non sciolta. Con il burberissimo Sogliano scudo e sperone per il rude Mandorlini. Immagino ancora di aspettare, al freddo di Peschiera, la squadra che tarda ad arrivare sul campo d'allenamento perché il burberissimo la sta tenendo a rapporto. Immagino un ds che parla alla squadra...

Immagino questo Verona con Matos, che rispetto ad Iturbe ha forse meno propulsione ed esplosività, ma che sicuramente gli è maggiore per tecnica. Immagino Gabriel Silva, che si candida a diventare uno dei migliori esterni di fascia media. Immagino Marrone, che è un buon centrocampista di cui la Juventus non vuole privarsi. Immagino anche Iniguez, che mi dicono essere di grande talento seppur ancora immaturo. Iniguez di cui custodisco la foto in divisa Gialloblù, prima che il ragazzo fosse rimandato in Argentina perché qualcuno in via Belgio, all'ultimo momento, aveva fatto saltare tutto, addossando la colpa ad un club serio come l'Argentinos (primo club di Maradona, per dire). E poi Cofie e Borriello. Tutti uomini che hanno accettato il Carpi solo e soltanto per Sogliano.

Immagino e mi chiedo: oggi il Verona sarebbe una squadra diversa? Sì. Sarebbe migliore? Chi può saperlo. Quello che rimane, pesante e immobile, è il punto interrogativo dopo la frase "perché se tutto era perfetto avete cambiato?".

E poi, infine, una provocazione: se non volete cambiare l'allenatore e continuate a dirci di aspettare questo Godot, che non ho capito poi se sia un trequartista o un centravanti, aridatece almeno Sogliano.

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