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Pagelle, Magnani è l’anti-Ibra. Zaccagni solenne, Silvestri sensazionale

Getty Images

Pochi palloni per Kalinic. Barak, gol e lotta. Dawidowicz okay. I cambi non reggono

Matteo Fontana

SILVESTRI 8

Si scalda su un tiro pungente di Saelemaekers. Per lui è lo start per ripetuti interventi fondamentali, su Leao, Theo Hernandez, Kessie lo beffa con un colpo angolato (e deviato). Fa un miracolo di piede ancora su Hernandez. Sfida vibrante con Ibrahimovic: rigore sbagliato e traversa per lo svedese, poi il portiere fa una parata sensazionale. Prende il possibile e l’impossibile, poi deve cedere a Ibra, e ci mancherebbe.

 

LOVATO 6

Deve tenere il passo di Leao, che scappa via spesso. La sfida è fatta di scatti e controscatti, c’è da lottare a e faticare. Il testa a testa è equilibrato ma gli costa un’ammonizione. Dopo va su Rebic. Ingenuo nell’intervento da rigore su Kessie, ma reagisce con carattere e gioca con l’elmetto in testa.

 

MAGNANI 7

Incrocia la rotta di Ibrahimovic. Il duello è muscolare, fisico, pieno di atletismo. Non ha fortuna sul diagonale di Kessie che gli sbatte addosso e trae in inganno Silvestri. La sua è una prestazione di eccezionale temperamento, senza errori evidenti. Peccato debba uscire: la difesa ne risente.

 

CECCHERINI 6,5

Viene schierato sul lato sinistro della linea difensiva. Sale in area e da un suo colpo di testa, con il pallone che centra la traversa, nasce lo scenario per la rete di Barak. Ammonito per un “incrocio” con Saelmaekers, non si fa condizionare dal cartellino giallo a suo carico. Ibrahomivc gli salta addosso, ma lo fa con un fallo di mano che porta all’annullamento del gol di Calabria. Nella baraonda finale non perde la testa.

 

LAZOVIC 5,5

Cerca metri sulla fascia destra. Li trova all’inizio, poi gli spariscono. La partita non ha un copione adatto alle sue attitudini: non può accelerare, perché i milanisti sono indemoniati (anche) dal suo lato. Non cambia mai ritmo.

 

DAWIDOWICZ 6,5

La scelta di Juric è a sorpresa: il polacco va in mezzo al campo, con compiti di interdizione, di rottura del gioco del Milan. Gioca con grande ordine, è sempre attento. Raddoppia in aiuto alla difesa. Esce per un fastidio muscolare.

 

ILIC 5,5

Quando costruisce è una bellezza, ma in fase di copertura sconta un prevedibile prezzo. Il Milan ha dei cingolati che lo mettono sotto assedio e non ha modo di dettare il gioco come ha dimostrato di saper fare.

 

DIMARCO 6

Le sue attitudini naturali sono quelle del terzino di spinta, ma sulla sua fascia di competenza bisogna prima di tutto contenere. Lo fa su Saelemaekers, mentre nel secondo tempo fronteggia Leao, riducendone il raggio d’azione. Ha sul destro (che non è il suo piede) la palla per il terzo gol dell’Hellas e non gli gira bene: il rimpianto è questo.

 

BARAK 6,5

Infila il terzo gol in due partite. Lo fa di destrezza, lesto nel ribattere in rete la traiettoria piovuta dalla traversa. Per tutta la partita assicura una costante applicazione tattica e il suo vigore da lottatore permette, anche con il Milan all’arrembaggio, di resistere, perlomeno finché si può.

 

ZACCAGNI 8

Parte con le marce ingranate, sorpassa con regolarità i difensori del Milan. Da un suo tiro arriva il temporaneo 2-0 per il Verona, con il tocco determinante di Calabria. Prova solenne, da “dieci” purissimo. Lo devono stendere a ripetizione per bloccarlo. Non butta via neanche una palla. E alla fine anche il ct Mancini si accorge di lui e lo convoca in nazionale.

 

KALINIC 6

Subito efficace, costringe Donnarumma all’intervento decisivo. Dopo la difesa del Milan gli stringe addosso una morsa da cui non è per niente agevole togliersi. I palloni utili sono pochi e non ha più occasioni finché non viene sostituito.

 

 

TAMEZE 5,5

Non entra bene. Naturale che il momento sia complicato, con il Milan alla carica, ma non riesce a reggere a sufficienza.

 

COLLEY 5,5

Viene inserito per dare sprint al contropiede del Verona, ma non è aria. Rimane isolato in attacco e può poco.

 

 UDOGIE 6,5

Il ragazzo gioca con maturità. D’accordo, San Siro senza pubblico è una Scala del calcio silenziosa, ma esordire con questo piglio non è da tutti. Versatile, ha prospettiva.

 

CETIN 5,5

Al rientro dall’infortunio che l’ha messo fuori in queste settimane, si trova sotto il “fuoco” del Milan, alza il muro ma la forza d’urto rossonera lo scavalca.

 

 

JURIC 6,5

Delle qualità del Milan aveva detto in prepartita, per chi avesse delle titubanze sul livello di gioco della squadra di Pioli. La sorprende con 20’ formidabili, poi il ritorno del Diavolo è ovvio e il gol di Kessie è poco meno che istantaneo. Il Verona va sulle barricate. Perdere lungo la via Dawidowicz (azzeccatissima la decisione di impiegarlo a protezione della difesa) e Magnani, il migliore dietro. Onestà vuole che si riconosca che le cose potevano andare molto peggio – eufemismo –, ma anche che l’Hellas ha giocato una gara accorta contro un avversario fortissimo. E un pareggio a San Siro per il Verona è una cosa grande.

 

 

 

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