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Pecchia sorrida: vincere senza convincere non è vietato

Tre punti servivano, tre punti bene o male sono arrivati: sul come ci sarebbe molto da dire, tuttavia sorvoliamo e godiamoci la testa della classifica difesa con i denti.  Cosa che più ci ha colpiti  è  stato semmai il dopo gara in sala...

Lorenzo Fabiano

Tre punti servivano, tre punti bene o male sono arrivati: sul come ci sarebbe molto da dire, tuttavia sorvoliamo e godiamoci la testa della classifica difesa con i denti.  Cosa che più ci ha colpiti  è  stato semmai il dopo gara in sala stampa dove è apparso un insolito Fabio Pecchia. Con il volto tirato dalla tensione, ha  giocato d'anticipo prendendo i presenti in contropiede  parlando di “grande prestazione della squadra”. Ci felicitiamo ovviamente del risultato, unica nota positiva della serata,  ma, detto che la grande prestazione l’ha vista solo lui,  nei suoi toni si percepiva un pizzico di risentimento e malcelato nervosismo nei confronti della categoria degli scrivani.

Non è stata una settimana facile: la brutta sconfitta nel derby ha lasciato scorie in abbondanza, e non del tutto ancora smaltite, stando a quanto il campo ha mostrato ieri sera. Evidentemente qualche critica non deve essergli andata proprio giù. Pazienza, sono cose che fanno parte del mestiere. Lo sa bene anche lui. La squadra, lo diciamo da tempi non sospetti, non è brillante; vero che ieri sera ha costruito molto specialmente nel primo tempo, ma le cadenze sono bassine e l’ansia è palese. In fase d’impostazione il pallone scotta ed è la serenità a venir meno. Certo, avessimo concretizzato il cospicuo numero di palle gol, la partita avrebbe svoltato  già nei primi quarantacinque minuti su direttrici meno tortuose. In avvio di ripresa la squadra è andata in bambola, sfilacciandosi e smarrendosi pericolosamente nelle proprie nevrosi tra i fischi del pubblico. Mai era successo. Nessuno può far finta di non averli sentiti.

Se ne è accorto anche il Mister che con coraggio  ha ridisegnato la scacchiera. Il cambio di modulo operato da Pecchia con due registi, Fossati e Bessa, dietro al trio Romulo, Ganz, Luppi in supporto a Pazzini, ha fatto registrare la scossa che di fatto ha cambiato la partita. A quel punto la squadra ha reagito uscendo finalmente dal torpore nel quale era pericolosamente avvolta, e alla fine ha raccolto un successo che è assolutamente legittimo ancorché meritato. Quelli di ieri sera sono tre punti pesantissimi: dopo la mazzata di Vicenza, uno scialbo pareggio casalingo avrebbe non solo lasciato la vetta della classifica al Frosinone, ma avrebbe pure aperto chissà quali cupi scenari sul morale di tutto l’ambiente. La capocciata di Pisano ha dissolto le nebbie.

Ci auguriamo abbia ora i medesimi effetti rigeneranti dei multivitaminici tanto in voga oggi sugli scaffali delle farmacie. Sabato a Carpi vedremo se sarà così. Intanto Pecchia sorrida, ne ha motivo. Vincere, pur non entusiasmando, è sempre un buon segno. Ne tragga conclusioni positive e lasci perdere le enfasi controcorrente delle “grandi prestazioni”. Ci sono state e ne arriveranno altre. Non ieri sera, quando contavano solo i tre punti. 

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