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Pesoli incatenato davanti alla Figc: “Resto qui finché non ce la faccio più”

Il difensore ha cominciato lo sciopero della fame per protestare contro i tre anni di squalifica per Scommessopoli

Redazione Hellas1903

Alle 10.30, in via Allegri a Roma, Emanuele Pesoli si è incatenato davanti alla sede della Federcalcio. Una protesta durissima quella del difensore del Verona, che ieri aveva annunciato il gesto, in serata, dopo aver subito la squalifica di tre anni che gli è stata comminata dalla Disciplinare per il presunto coinvolgimento nello scandalo scommesse. E il giocatore ha anche cominciato uno sciopero della famePesoli, prima di legarsi ai cancelli della Figc, ha dichiarato: "Mi sento ferito per la condanna, e vorrei un confronto con chi mi accusa, e cioè con Carobbio e Gervasoni. Non sto mettendo in discussione il lavoro dei magistrati e di Palazzi ma mi vorrei difendere in maniera giusta". Ha aggiunto il difensore: "È una protesta forte, ma mi stanno rovinando la vita per una cosa che non ho fatto. Prima di smettere di giocare vorrei lottare con tutte le mie forze. Attendo qualcuno, il presidente della Figc, Giancarlo Abete, resterò qui fino a quando non ce la faccio più".Le accuse nei confronti di Pesoli, che è tutelato dall'avvocato Paolo Rodella, sono state mosse da Gervasoni e Carobbio, che hanno parlato di un suo coinvolgimento nel tentativo di combine di Siena-Varese del 2011, ai tempi in cui il difensore giocava con la maglia della squadra lombarda.M.F.

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